Il 1 febbraio 2018 debutterà nei cinema italiani Maze Runner: La rivelazione, il capitolo finale del franchise tratto dalla saga letteraria di James Dashner.
Diretto da Wes Ball e interpretato da Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Patricia Clarkson, Giancarlo Esposito, Barry Pepper e Thomas Brodie-Sangster, Maze Runner: La rivelazione conclude l’avventura di Thomas (Dylan O’Brien) che, sfuggito dalle trappole Labirinto, irrompe nell’Ultima Città per salvare Minho (Ki Hong Lee) dagli esperimenti della WCKD.
Nel frattempo il virus trasforma la popolazione mondiale in zombie assetati di sangue. Supportata da Ava Paige (Patricia Clarkson), Teresa (Kaya Scodelario) tenta di trovare una cura alla mutazione genetica. La rivelazione andrà oltre l’immaginazione dei sopravvissuti.
Un cast di sopravvissuti
Maze Runner: La rivelazione
riporta in azione i giovani protagonisti della prima avventura. Un trionfo di talenti che, supportato dalle partecipazioni di Patricia Clarkson, Giancarlo Esposito e Barry Pepper, regala alla pellicola di Wes Ball una sfumatura autoriale diversa dai classici teen movie. Se la sceneggiatura non dà ai personaggi ed alla storia la giusta direzione, l’eccellente cast non consacra la riuscita di un film!
Giunto al terzo ed ultimo capitolo, T.S. Nowlin (prossimamente al lavoro sullo script di Pacific Rim: La rivolta e Godzilla vs. Kong) perde la bussola di una storia che, già nei libri, fa storcere il naso ai fan. Il problema è l’assenza di una trama. Una fragilità che sminuisce il lavoro di un team che, con un altro script, avrebbe potuto regalare ben altre emozioni cinematografiche.
Un epilogo al di sotto delle aspettative
Maze Runner: La rivelazione
è uno di quei capitoli finali che deludono. Le fragilità, affiorate nel secondo film, dominano un epilogo al di sotto delle aspettative. Esperto di effetti speciali, Wes Ball trascende su pellicola lo script di T.S. Nowlin che incastra i personaggi in situazioni che vanno al di là di ogni logica.
Da Mad Max: Fury Road e Resident Evil a Divergent, Maze Runner: La rivelazione è un concentrato di cliché che sconcerta dal primo all’ultimo minuto. Il problema non è l’impeccabile messa in scena di Wes Ball che sa costruire ottime sequenze action ma l’assenza di una storia da raccontare. Essendo la trama priva di svolte narrative, è un mistero che Ball abbia deciso di prolungare fino all’eccesso un film in cui succede poco e niente.
Come dimostra l’epilogo tronco di Divergent, la scelta di un solo film è funzionale ma lo script non catalizza l’attenzione dello spettatore per centoquaranta minuti di proiezione. Una durata eccessiva per una storia che, nonostante le sfumature horror e le scene ad alto tasso di adrenalina, fatica a risultare coinvolgente. La Rivelazione chiude così un franchise che sarebbe potuto essere molto più di un mero esercizio di estetica.
Maze Runner: La rivelazione verrà distribuito da 20th Century Fox nei cinema italiani il 1 febbraio 2018.