Meryl Streep illumina la Festa del Cinema di Roma 2016: “Grazie a me le attrici lavorano anche dopo i 40”

La Festa del Cinema di Roma

2016 si è illuminata con la presenza di Meryl Streep che, come sempre, ha conquistato la stampa e il pubblico con la sua eleganza e umiltà. L’attrice ha presentato in anteprima il suo ultimo film Florence Foster Jenkins diretto da Stephen Frears che la trova al fianco di Hugh Grant e un giovane talentoso Simon Helberg.

Ambientato nella New York degli anni 40 del Novecento, Florence Foster Jenkins racconta la vera storia della leggendaria ereditiera che cercò disperatamente di realizzare il suo sogno di diventare una gande cantante. La voce che sentiva nella sua testa era bellissima, ma per tutti gli altri era orrenda. Suo “marito” e manager, St. Clair Bayfield, un attore inglese di origini aristocratiche, fece di tutto per nascondere la dura verità alla sua amata. Ma quando Florence decise di esibirsi in un concerto pubblico alla Carnegie Hall, St. Clair si trovò a fronteggiare la sfida più grande della sua vita. Ecco cosa ci ha raccontato Meryl Streep durante l’affollata conferenza stampa.

Cosa l’ha colpita di questa storia?

Il film parla di ogni tipo di passione, dell’amore e di quello che facciamo per sostenerci a vicenda. Cantare senza passione penso sia il peccato più grave, ma cantare senza passione e senza talento è anche peggio, però può essere anche divertente.

Come si è preparata per questo ruolo?

Non ho mai fatto un ruolo come questo, mi sono preparata al meglio per capire come faceva Florence a sentire quella voce nella sua testa. Una volta ho sentito un grande compositore americano che cantava e suonava. Noi sentivamo un suono stonato, mentre lui sapeva la nota giusta e ho immaginato come è stato per Florence sentire  quella voce nella sua testa.

Meryl Streep Florence

Che ne pensa di Donald Trump?

Sul sessismo della sua campagna non penso di dover dire altro perché già stanno facendo il loro lavoro da soli. Tra una ventina di giorni avremo Hilary Clinton come Presidente degli USA e questa cosa sarà eliminata, quindi pensiamo che arriveranno buone notizie.

Il pericolo per il marito di Florence è tenere sotto controllo le recensioni negative? A lei come attrice è mai capitato di leggere una critica negativa e di solito legge recensioni?

Non leggo le recensioni perché non sai mai se ti tendono un’imboscata dolorosa, specialmente adesso che molto giornalismo di intrattenimento ti attacca per le età e per il corpo che cambia. Comunque sì, sono stato colpita da qualche critica negativa anche se mio marito mi dice sempre: “E’ sempre tutto bello quello che scrivono e dicono su di te!”

Come lavora sul set con gli altri attori, magari più inesperti ed emergenti? Non avvertono la sua presenza come intimidatoria?

Io avverto l’obbligo di smantellare un certo artificio quando arrivo il primo giorno sul set. A volte me ne libero per lavorare insieme, perché la recitazione è trovare un feeling reciproco, una connessione, e se c’è un muro di separazione per l’importanza tra me e gli altri membri del cast (Hugh Grant per esempio mi ha detto che aveva paura di lavorare con me, ma gli ho rispetto “Sono tutte s*****ate”). E comunque mi sbaglio spesso, mi dimentico delle battute e quindi poi tutti si rilassano e capiscono che non sono poi così diversa.

E’ stato difficile stonare visto che lei canta bene?

Mi sono preparata per cantare ed è stato divertente preparare queste arie con un vocale coach molto bravo che mi ha insegnato a cantare al meglio. Poi nelle ultime settimane ci siamo divertiti a mandare tutto all’aria, e quando l’ho fatto ridere ho capito che ero riuscita ad ottenere quello che volevo.

A Berlino ha elogiato Fuocoammare di Gianfranco Rosi, cosa ne pensa della possibile nomination agli Oscar?

Sono molto orgogliosa che la giuria di Berlino abbia unitamente espresso la propria opinione, non è stato controverso scegliere un documentario. Negli Stati Uniti prendiamo statistiche ma ci sentiamo coinvolti solo quando vediamo un bambino tirato fuori dal mare o che a malapena riesce a camminare coperto di polvere. Con questo film riusciamo a sentire e conoscere le storie individuali, come quella di un medico a Lampedusa intrecciata con l’orrore in parti uguali. Rosi ci ha permesso di entrare nella tragedia ma anche di uscirci. Per l’Oscar credo abbia buone possibilità.

florence foster jenkins

Questo ruolo l’ha stimolata per esprimere nuove cose come attrice?

Sono molto felice che abbiate visto lo spirito da bambina in Florence. Lei ha questa capacità, come i bambini, che quando si mettono davanti agli adulti e vogliono fare uno spettacolo, devono essere presi seriamente. Credo che Florence non abbia mai perso questa complicità con il marito per esempio, lei lo ha appoggiato e sostenuto ed è come se ci fosse qualcosa che va oltre all’amore che collega alcune persone.

L’arte per Florence è una ragione di vita, invece per lei a questo punto della sua carriera cosa vuole dire fare cinema?

Significa la stessa cosa di quando ho iniziato. Tutte le donne che interpreto hanno la stessa importanza della prima che mi hanno chiesto di incarnare. Forse è la perdita della memoria a breve termine, ma non percepisco un calo dell’entusiasmo o un calo nel mio amore per la recitazione. Amo i personaggi e devo raccontare la storia se penso che sia meritevole di attenzione. Tutte meritano un loro posto, quindi finché mi scelgono voglio essere impegnata a fare cinema.

E’ difficile nascondersi in un personaggio e non prevaricarlo? E ha mai pensato di fare la regista?

Alcuni miei registi dicono che già ci ho provato a fare la regista, ma non credo che accadrà mai. Non sento la necessità di dirigere, ammiro le persone che fanno entrambe le cose ma io ho sempre voluto recitare, amo immergermi, la soggettività, e non dover avere un punto di vista più globale. Non lo percepisco come un lavoro, ma un piacere colpevole nel fare quello che faccio. Qualcosa che ho provato fin da ragazzina quando mi sono chiesta come sarebbe stato se fossi stata mia nonna; la imitavo, mi truccavo facendomi le rughe e tutto è iniziato. Quella curiosità e un’indagine più profonda.

C’è un’attrice adesso che pensa possa avere una carriera simile alla sua?

Credo di aver aperto la strada per alcune attrici che pensavano di non poter avere una carriera anche oltre i 40 anni. Un tempo non sapevano che farsene delle attrici tra i 40 e i 50 anni, ma ora ci sono molte occasioni anche per merito della tv. Un’attrice che ammiro molto per dirne una è Alba Rohrwacher, credo sia incredibilmente speciale.

By Letizia Rogolino

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

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