Il 27 novembre uscirà in tutti i cinema italiani distribuito da Bea Production Company il nuovo film di Giulio Base: Mio Papà. Interpretato da Giorgio Pasotti, Donatella Finocchiaro, Niccolò Calvagna, Fabio Troiano e Ninetto Davoli Mio Papà racconta la storia di Lorenzo (Giorgio Pasotti), un giovane subacqueo che trascorre i suoi momenti liberi con l’amico e collega Roberto (Fabio Troiano) tra conquiste facili, alcol e discoteche. Una sera conosce la bella Claudia (Donatella Finocchiaro) e finisce col passare una delle serate più belle della sua vita. Peccato che il giorno dopo a rovinargli il bel quadretto sopraggiunge Matteo (Niccolò Calvagna), ragazzino di sei anni nato dal precedente matrimonio di Claudia. Inizialmente Lorenzo vede Matteo come un ostacolo, ma dopo qualche incontro/scontro comincia ad affezionarsi al ragazzino fino a sentirsi suo padre. Anche se purtroppo non lo è, almeno legalmente.
Questo è il cuore di Mio Papà, toccante storia nata dalle esperienze personali di Pasotti e Base. Esperienze significative che sottolineano quanto sia difficile per un uomo o una donna subentrare in un nucleo familiare già formato. E soprattutto quanto sia impossibile far valere dei diritti che effettivamente non esistono. Incipit spettacolare che in mani più esperte avrebbe potuto fare faville regalando uno dei film italiani migliori degli ultimi tempi. Eppure le cose non sono andate proprio così. Mio Papà, infatti, nonostante parta da una premessa interessante presenta una serie di problemi rilevanti che evidenziano la fragilità della sua struttura. Innanzitutto la sceneggiatura ricca di luoghi comuni e la caratterizzazione dei personaggi estremamente forzata fanno perdere credibilità alla storia. In secondo luogo la narrazione è decisamente poco armonica e di stampo più televisivo che cinematografico. Aspetti negativi che rendono l’interpretazione del piccolo Niccolò Calvagna il vero punto di forza dell’intero film, tale da oscurare il bravo Pasotti e la poco ispirata Finocchiaro, solitamente eccellente e qui alle prese con un personaggio che non le calza proprio a pennello.
Tornando al film Mio Papà rimane comunque un’opera sincera che ad istanti funziona bene (come dimostrato dalla splendida inquadratura finale) e che trova il coraggio di parlare di un tema tanto importante quanto poco affrontato nella cinematografia italiana. Potete trovare qui il trailer di Mio Papà: