Muccino a Roma: ‘Il mio film è una commedia drammatica’

Uscirà il prossimo 10 gennaio in 270 copie Quello che so sull’amore, il nuovo film di Gabriele Muccino made in U.s.a. Dopo le varie polemiche e il flop al botteghino americano, la nuova commedia drammatica del regista di Sette Anime, L’Ultimo Bacio e tanti altri grandi successi, approda nelle sale italiane, con un cast stellare che vede tra i protagonisti Gerard Butler, Dennis Quaid, Uma Thurman, Catherine Zeta Jones e Jessica Biel. Stamani, presso l’Hotel Visconti di Roma, ha avuto luogo la conferenza stampa del film, in cui il regista italiano ha raccontato la realizzazione del progetto, sottolineando le difficoltà incontrate con il sistema cinematografico americano, nella produzione e distribuzione.

1) Come hai detto poche sere fa da Fabio Fazio questo film è stato accolto male dagli americani, perchè in America procedono per generi e un film di un certo tipo deve seguire regole precise. Ti hanno obbligato a fare questo film con le varie modifiche o sei comunque riuscito a farlo nel modo che volevi?

Muccino: Non è una commedia romantica, perchè la commedia romantica è in teoria un sub-genere che risale agli anni 80 come Harry ti presento Sally o il più recente Notting Hill. Poi adesso le più recenti commedie romantiche americane nemmeno escono da noi perchè non ci piacciono. Sulla carta questo film era una commedia drammatica; tende a descrivere relazioni umane con momenti di verità toccanti, veri e commoventi per definizione. Si parla di un ritrovarsi, di valori importanti della vita. Il problema che io ho avuto è stato quando il distributore ha detto che si trattava di una commedia romantica. Io so la differenza tra queste due cose. A noi i film ibridi piacciono (come l’ Ultimo Bacio, Sette Anime). Gli americani invece devono vendere il genere e il cast, non il regista e quindi il film ibrido non sanno come collocarlo. Sette Anime per esempio lo vendettero come thriller. In America il marketing è più importante del prodotto e la critica già comincia a giudicare i film dal trailer. Per questo film il titolo è insignificante in americano secondo me, i trailer non fanno capire che film è, etc… Risente quindi di una cattiva collocazione e di un’appartenenza ad un genere che non appartiene a loro. E’ un film profondamente indipendente.

2) Il tuo rapporto con il calcio?

Muccino: E’ quasi nullo, sono andato allo stadio due volte. Tutto quello che so è tramite mio figlio. Ma questo non è un film sul calcio, il passato del protagonista è accidentale…è un ex giocatore di calcio perchè nel copione era ex campione di baseball, ma visto che molti fondi erano europei abbiamo reso lo sport più vicino a noi.

3) Si è sentito parlare di una lunga gestazione del film. I produttori hanno fatto vedere la loro versione e non la tua. Hanno toppato presentando la prima prova visto che poi la seconda è andata bene?

Muccino: Il regista in America deve avere un produttore accanto o deve diventarlo lui stesso. Io l’ho imparato tardi e non lo avevo. Quando mi hanno chiesto di togliere alcune scene e abbiamo fatto il primo test screening andò male. Poi ho alzato poi la voce e ho rifatto il test screening con la mia versione che è andata invece molto bene, ma c’erano un paio di scene drammatiche che secondo loro non erano adatte al pubblico che sarebbe andato a vedere una commedia romantica. Io amo il cinema italiano e faccio fatica a vedere il cinema americano, perchè di solito loro sono più leggeri e alla parola ‘drammatico’ diventano titubanti, a parte per i film che concorrono agli Oscar.

4) Quanto hai rimpianto Will Smith e come ti sei trovato con Gerard Butler?

Muccino: Butler lo abbiamo visto già nella commedia con La Dura Verità e altri… si pensava avesse un traino maggiore, ma non ho rimpianto Will Smith perchè non mi sono trovato bene con Butler. Tutto il cast è stato molto disponibile e duttile. Grande complicità. Ma non dimentico che la potenza e l’umiltà di Will Smith mi hanno strappato dall’Italia e portato a lavorare in America; è stata esclusivamente una sua volontà.

5) Tu sei l’unico regista italiano che vive e lavora in America? Come si vive lì da regista?

Muccino: Sono matto. Non è facile togliere la palla a Spielberg, Ron Howard e altri grandi. Ma girare film con fondi europei in inglese era il segreto di Bertolucci, Sergio Leone, che comunque non hanno fatto film realmente in quel luogo a parte l’occasione di ‘C’era una volta in America’. Io penso spesso a tornare in Italia, ma sono anche testardo e voglio combattere nell’arena. Se vorrò andarmene sarà perchè lo scelgo io. Fare film lì comporta anche trattare le differenze culturali a volte difficili da gestire.

7) Perchè ha deciso di dirigere questo film? Uma Thurman è vero che vorrebbe fare un nuovo film con lei?

Muccino: Ho fatto questo film per raccontare storia di crescita e viaggio verso la maturità, che spesso non è semplice come sembra. Molti si comportano come adolescenti per comodità. Una mezza età ben costruita per costruirsi una buona terza età. Io sto provando a diventare maturo.

(Foto: Getty Images)