Il 9 Maggio arriva nelle sale italiane No – I giorni dell’arcobaleno, il film di Pablo Larraìn tratto dall’opera teatrale The Referendum di Antonio Skarmeta, che è stato candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero e ha vinto il Quinzaine des Realisateurs a Cannes 2012.

Ambientato nel 1988, questo film suggestivo e con uno stile visivo estremamente personale, racconta il tormentato periodo storico in cui il Cile si ritrova ad affrontare il referendum che deve stabilire il rinnovo o la fine della dittatura del generale Augusto Pinochet. Dopo ben otto anni di governo e una pensante pressione internazionale, il popolo cileno è chiamato ad esprimere la propria opinione e si organizzano le campagna per il Sì e per il No in un clima teso e abietto. Un giovane pubblicitario, interpretato da Gael Garcia Bernal, cerca di realizzare una credibile ed efficace campagna per il No, con pochi mezzi a disposizione e le continue minacce dell’opposizione, fedele al dittatore militare.

no-i-giorni-dell-arcobaleno-al-cinema-dal-9-maggio-il-nuovo-film-di-pablo-larrain-35-620x350Larraìn ripropone un fatto realmente accaduto e di notevole importanza storica, donandogli una freschezza e una linearità narrativa che permette di conoscere perfettamente i fatti e farsi una propria idea. La regia sembra tornare indietro nel tempo, con delle riprese apparentemente imperfette e  invase dalla luce del giorno che lascia indefiniti i contorni dei personaggi, perchè ciò che è importante sono i dialoghi che illustrano non solo la situazione del paese sofferente e indeciso, ma anche le coscienze e i sentimenti di tutte le persone coinvolte, divise tra l’ideologia e la famiglia. Bernal ci regala un’interpretazione emozionante e intensa, calandosi con estrema naturalezza nei panni di un uomo giovane, che deve decidere da che parte stare e nello stesso tempo tenere al sicuro la moglie e il figlio. Un eroe dimenticato di quegli anni bui, che con le sue idee stravaganti e il suo carisma, riporta la speranza nei cuori di un popolo devastato in maniera indelebile da ripetuti soprusi. Il regista sceglie di puntare sui contenuti piuttosto che su una fotografia moderna e accattivante, e la pellicola ricorda le atmosfere dei film degli anni 70-80 in accordo con alcuni filmati di repertorio inclusi nelle scene. Ma quella particolare grammatica stilistica diventa il punto di forza del film che lascia il segno e porta sullo schermo un perfetto affresco di un evento storico da non dimenticare.

 

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