Da Forrest Gump e Ritorno al futuro a Chi ha incastrato Roger Rabbit e Cast Away, Robert Zemeckis si impone nell’immaginario cinematografico come uno dei più straordinari autori della settima arte. Gli alti e bassi non mancano nella sua filmografia (come i fragili La leggenda di Beowulf e A Christmas Carol) ma i sottovalutati Flight e The Walk segnano il comeback al cinema tradizionale dopo un decennio nell’animazione motion capture.
Il 12 gennaio esce nelle sale italiane Allied – Un’ombra nascosta, il melodramma a tinte spy con Brad Pitt e Marion Cotillard. Marocco 1942, le spie Max Vatan (Brad Pitt) e Marianne Beauséjour (Marion Cotillard) affrontano un ufficiale nazista. La missione va a “buon fine” e, dopo il matrimonio lampo, i due diventano la coppia perfetta che fingevano di essere.
Richiamato dal comando americano, Max scopre che Marianne potrebbe essere una spia tedesca. L’unica possibilità per salvarla dall’esecuzione è dimostrare il contrario ma riusciranno gli occhi dell’amore a vedere la verità?
Una confezione impeccabile
“È così che si guida a Casablanca”, afferma una misteriosa e affascinante Marion Cotillard citando il capolavoro con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Un classico della settima arte a cui Allied strizza l’occhio con la sua miscela di dramma, war-movie e romance.
Ambientato negli anni Quaranta, Allied si apre con il Max Vatan di Brad Pitt che si paracaduta su una distesa di sabbia del Marocco. Un salto nel vuoto che catapulta lo spettatore in un’opera costruita da uno di quegli autori che, qualsiasi sequenza girino (da una scena di ballo e una discussione a una sparatoria adrenalinica), mostrano la potenza visiva di chi ha fondato il grande cinema.
La radice è tipica di Robert Zemeckis: un dramma di ampio respiro in contrasto con la cruda verità di Bastardi senza gloria e Fury. Eppure Allied è uno di quei casi in cui la brillante confezione supera le fragilità dello script di Steven Knight e le debolezze dei personaggi e della storia.
Troppo melò, poco crime
Se la prima parte di Allied vince e convince, la seconda si perde in un melodramma che stona con l’atmosfera crime della pellicola. “Essere bravi in questo lavoro, non è così bello”, tuona la suadente Cotillard ingannando e incuriosendo lo spettatore sulla sua (possibile) natura criminale. Un approccio vincente, a tratti hitchcockiano, che costruisce la tensione sulle indagini del modesto antieroe interpretato da Brad Pitt.
I momenti di violenza e le frasi a effetto (“I matrimoni nati sul campo non funzionano mai” e “lo sbaglio sono i sentimenti”) non bilanciano la svolta finale, incoerente con la tensione e il thrilling della pellicola. Perché trasformare un’opera crime in un melodramma di ampio respiro? E soprattutto, perché caratterizzare i personaggi con delle sfumature contrapposte tra di loro?
Indebolito da uno script non all’altezza del suo autore, Allied sopravvive alle fragilità grazie al talento di Robert Zemeckis nel confezionare un’opera complessivamente efficace. Un melodramma che inaugura il 2017 senza la magia e il respiro classico del Casablanca di Michael Curtiz.
Allied verrà distribuito dalla Universal Pictures nei cinema italiani il 12 gennaio 2017.