Il 28 novembre prossimo uscirà in tutte le sale italiane il debutto alla regia di Joseph Gordon-Levitt: Don Jon. Interpretato da Joseph Gordon-Levitt, Scarlett Johansson, Julianne Moore, Tony Danza, Glenne Headly e Brie Larson Don Jon racconta la storia del bello e aitante Jon Martello (Joseph Gordon-Levitt), un giovane ragazzo perennemente “impegnato” in una bizzarra routine che prevede palestra, pulizie di casa, uscite con gli amici, chiesa e… porno. Attraente e sexy come pochi Jon Martello non ha problemi a sedurre bellissime ragazze ma nessuna scappatella può competere con l’infinito piacere che Jon prova in solitaria di fronte ad un film porno. Nella realtà le cose non vanno propriamente come nei film e anche un bel rapporto sessuale non è mai all’altezza di quello cinematografico. Una sera come tante però Jon incontra e accalappia la bella e sexy Barbara Sugarman (Scarlett Johansson), una ragazza vecchio stampo cresciuta con il mito delle storie d’amore del cinema hollywoodiano. Riuscirà Jon a vivere una intimità autentica con Barbara o finirà ancora una volta inglobato nei falsi miti della società mediatica attuale?
Dopo una infinita gavetta come attore e alcune incredibili performance Joseph Gordon-Levitt passa dietro la macchina da presa con questo bizzarro e interessante Don Jon e centra il segno realizzando un’opera che brilla di profondità, ironia ed emozioni. La sceneggiatura, ricca di dialoghi pungenti e di personaggi perfettamente messi a fuoco, rapisce dal primo minuto di proiezione grazie alla regia da videoclip (in senso buono) di Levitt, caratterizzata da suoni assordanti, musica pop e immagini patinate da copertina. A rendere Don Jon un’opera prima di impatto contribuisce anche un cast d’eccezione composto dal brillante Joseph Gordon-Levitt, qui alle prese con un italo-americano palestrato molto diverso dai suoi precedenti ruoli, e dalla bellissima Scarlett Johansson, a dir poco perfetta nei panni della bella e viziata Barbara Sugarman. Ad essere invece meno chiaro in Don Jon è il senso stesso dell’opera. Levitt confeziona una feroce critica della modernità (intesa come assenza di comunicazione, mancanza di emozioni vere e apatia) che a tratti funziona alla perfezione ma che in altri si perde nella ripetitività della vita di Jon.
Vediamo sempre le stesse scene ripetersi (palestra, pulizie di casa, uscite con gli amici, confessioni in chiesa e l’ovvio porno) ma nel contempo vediamo anche Jon crescere come individuo, maturare come persona. E tutto grazie alla splendida coprotagonista femminile del film, Esther (Julianne Moore), una donna dal passato turbolento che aiuta Jon a sfuggire dalla sessualità finta e patinata del cinema porno per avventurarsi in una relazione vera e propria, che significa prima di tutto fidarsi e perdersi nell’altro… Ma allora perché criticare il moralismo e il buonismo delle commedie americane per poi concludere il film nello stesso identico modo? E che futuro ha Jon? Joseph Gordon-Levitt confeziona un’opera prima molto interessante che ha il difetto però di mancare di un senso vero e proprio, di un percorso narrativo ben fatto, con il risultato di lasciare lo spettatore leggermente amareggiato dal finale frettoloso e tipicamente politically correct. Ma sono aspetti su cui possiamo sorvolare. Perché Don Jon ha delle brillanti trovate, una grande sceneggiatura, fantastici interpreti, irresistibili camei e aspetti visivi di forte impatto che conferiscono all’opera lo status di uno dei prodotti più interessanti della stagione.
Cult Scene: La brillante panoramica in slow motion sui membri della famiglia Martello
Funny Scene: Il film nel film interpretato da Channing Tatum ed Anne Hathaway
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