Dopo The City of Life and Death, il regista cinese Lu Chuan torna a dirigere un film storico, intitolato The Last Supper. In anteprima italiana a Udine in occasione del Far East Film Festival, il film è stato presentato dallo stesso Lu Chuan e dall’attrice Qin Lan che sono venuti in Italia per l’occasione.
La storia antica della Cina Imperiale ha da sempre affascinato il cinema, che gli ha dedicato moltissimi film, realizzati nello stesso paese di origine o a Hollywood. In questo caso Lu Chuan si è ispirato all’episodio storico del banchetto di Hongman che ha posto al centro della narrazione per raccontare la storia di Liu Bang, fondatore della dinastia Han. Durante il periodo tra il 209 e il 206 A.C. si stava svolgendo un’aspra rivolta contadina dell’Impero di Mezzo e Liu Bang, di umili origini, si ritrova ad assumere il controllo della regione del Guanzong e di Xianyan, capitale della dinastia Qin, suscitando la resa dell’Imperatore Ziying. Cominciano una serie di scontri, complotti e disordini tra le varie fazioni e qualcuno sospetta che Liu Bang sia interessato alla poltrona dell’Imperatore.
La storia è narrata dalla voce fuori campo di un anziano Liu Bang, molto malato e prossimo alla morte. Egli ha perso la lucidità, ha le allucinazioni, è atterrito dalla paura e dal sospetto e si sforza per ricordare e raccontare gran parte della sua vita. Ricorda molto il Re Lear dell’opera di Shakespeare, Macbeth, mentre Qin Lan, una delle dive cinesi più importanti del momento, interpreta l’imperatrice Lu Zhi. Il regista sceglie di realizzare un racconto storico basato, per lo più, sui flashback del protagonista che narra la sua storia, soffocando quasi completamente i dialoghi tra gli altri personaggi. Ogni scena respira un’atmosfera epica e sontuosa, ma priva di pathos e rilevanza narrativa. Il ritmo è affannato e si trattiene in troppi rallenti ingiustificati, accompagnato da una colonna sonora epica e cupa, che sembra annunciare qualcosa che poi non accade. Per tutto il film sembra di essere in attesa, parcheggiati in un angolo mentre si sta preparando la fine del mondo e poi niente, tutto è come prima. La guerra, la battaglia e i feroci scontri minacciati, sono solo una specie di fantasmi che aleggiano intorno alla struttura narrativa. I vari personaggi parlano senza sosta della resa dei conti e di uno scontro per risolvere la situazione, ma non prendono le spade in mano se non in brevi ricordi di Liu Bang. A differenza di altri film del genere, come per esempio La Città Proibita, mancano completamente delle sane incursioni di pura azione ed emozione e solo l’occhio ha la sua parte, grazie alla maestosità e ai colori dei costumi dell’epoca, perfettamente riprodotti o ai paesaggi suggestivi e sconfinati di quelle zone. La chiave di lettura scelta da Lu Chuan non è vincente e The Last Supper non lascia l’impronta nel panorama dei drammi storici raccontati sul grande schermo.
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INTERVISTE AL FEFF
The Last Supper al FEFF di Udine. Intervista al regista Lu Chuan e all’attrice Qui Lan
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