Abbiamo visto in occasione della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il nuovo attesissimo film di Takashi Miike: Lesson of the Evil. Scritto da Takashi Miike e interpretato da Hideaki Ito, Fumi Nikaido, Shota Sometani, Kento Hayashi, Kodai Asaka, Erina Mizuno, Takayuki Yamada e Takehiro Hira, Lesson of the Evil narra la storia dell’affascinante e colto Seiji Hasumi (Hideaki Ito), un insegnante di una scuola media superiore privata. Amato dai suoi alunni e stimato dai suoi colleghi Hasumi sembra l’uomo perfetto: è bello, intelligente, affascinante e ironico. Ha un solo ed unico difetto: è un efferato serial killer disturbato mentalmente. Dopo aver individuato i possibili ostacoli al suo cruento piano finale Hasumi inizia ad agire come il migliore dei serial killer uccidendo e nascondendo i corpi delle sue vittime con rapidità, efficacia e pronta risolutezza. Intanto gli studenti dell’Accademia Shinko preparano la festa di conseguimento del diploma a sfondo e tematiche horror senza sapere di essere loro stessi l’oggetto del divertimento del sadico e crudele professor Hasumi.
Dopo il grandissimo successo di Tredici Assassini e Hara Kiri – Death of a Samurai Takashi Miike presenta in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma la sua nuova disturbante opera: Lesson of the Evil. Ispirato al romanzo di Yusuke Kishi Lesson of the Evil racconta la discesa nella follia del professor Hasumi, un uomo dal misterioso passato che vaga di città in città compiendo efferati delitti. Nessuno sa perchè Hasumi sia un assassino. I ragazzi urlanti provano a chiederglielo ma non sopraggiunge mai risposta. L’unica spiegazione plausibile è che Hasumi sia un uomo mentalmente disturbato e senza freni inibitori e a conferma di queste interpretazioni vi sono alcune delle scene più riuscite dell’intero film: i sogni del protagonista. Caratterizzati da sangue, personaggi ambigui e dall’accento british (non a caso Hasumi insegna inglese) e da fucili animati (citazione di David Cronenberg e del suo Videodrome) i sogni del protagonista ci svelano gli incubi e i tormenti di un serial killer. Hasumi è un uomo malato e cura il suo disturbo uccidendo persone. Crede di essere l’artefice di un gesto estremo, di salvare i suoi alunni quando invece compie l’esatto contrario annientando le loro esistenze.
Lesson of the Evil segue l’iter dei precedenti film di Miike: parte in modo soft, lento e mentale per approdare nel sangue puro. La scena del party di fine anno è una delle carneficine più lunghe della storia del cinema, quasi un’ora di fucilate gratuite a tutti (e dire tutti è riduttivo) gli studenti della scuola. Ma anche qui non siamo in uno splatter. Miike non si perde in dettagli gore come teste mozzate, torture efferate e spruzzi di sangue concentrandosi in una sequela infinita di colpi secchi e precisi, come se Hasumi fosse il protagonista di un videogame alla Grand Theft Auto in cui la missione principale è eliminare tutti gli obiettivi. Nonostante la forte lentezza della prima parte e la strenua ripetitività della seconda Lesson of the Evil affascina, seduce e corrompe lo spettatore, quasi incantato dai gesti sadici e dalle pallottole infinite di Hasumi. In conclusione Lesson of the Evil pur non essendo il miglior Takashi Miike porta il tocco di uno dei più prolifici e geniali registi contemporanei dimostrando una volta e per tutte che l’Oriente in fattore di thriller e horror ha ancora molto da insegnare. Lesson of the Evil è in concorso alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.
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