“Sono stato con i celerini: questi uomini sono scudi umani, rappresentano la legalità ma sono odiati da tutti. È un lavoro impossibile. La violenza genera violenza e, loro malgrado, qualcuno dal carattere più debole cede e dimentica lo scopo”. Al Giffoni Film Festival è il giorno di Filippo Nigro. Inevitabile l’intervento riguardante la pellicola “ACAB – All Cops Are Bastards” di Stefano Sollima, che racconta episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine, in cui l’attore romano interpreta uno dei protagonisti. Nigro ha prima incontrato i ragazzi della Masterclass nei locali delle Antiche Ramiere, poi ha attraversato il blue carpet della Cittadella del Cinema per confrontarsi con le restanti giurie. Tanti gli argomenti toccati, tra questi anche le differenze tra cinema e teatro: “Spesso il teatro spaventa, non per le critiche o per i viaggi, ma per le performance dal vivo. Si apre il sipario, le luci si spengono e lasciano te al centro della scena. Può succedere qualsiasi cosa, ma è anche molto eccitante”. E continua: “le differenze tra cinema e teatro sono più che evidenti. Su un set ti ritrovi ad essere isolato, pur vivendo nella confusione tra giornate di riprese che saltano e pochissimo tempo per prepararsi ad affrontare le riprese. Per certi versi credo che il cinema abbia difficoltà più ampie rispetto all’ansia da palcoscenico”.
Numerose la curiosità dei giovani che, senza mettere da parte la cultura, hanno scelto di confrontarsi anche su argomenti spigolosi. “Cosa ne pensi delle famiglie omosessuali?”, ha chiesto un giurato prendendo come riferimento la brillante commedia “Diverso da chi?” di Umberto Carteni, in cui Nigro interpreta il fidanzato del giovane politico, apertamente gay, Piero (Luca Argentero). “La famiglia è dove c’è amore – ha risposto senza indugi l’attore – non vedo obbligatoria la figura di un padre e una madre. L’importante è che si riesca a creare un’educazione sentimentale”. Intanto, dal 14 al 19 gennaio 2014, l’attore romano tornerà sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, con una commedia perfettamente in tema con la 43esima edizione del Gff. “Con The reasons to be pretty – ha spiegato – raccontiamo l’ossessione della bellezza nei rapporti personali. Bisogna capire che si può essere Forever Young anche a novantanni, ma non fisicamente”.