Grand Budapest Hotel, la recensione del film di Wes Anderson

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Il 10 Aprile arriva nelle sale italiane  Grand Budapest Hotel, il nuovo folle e intrigante film di Wes Anderson, regista americano che si è sempre distinto per uno stile visivo e poetico completamente personale. Ambientato in una versione dell’ Europa 1920, il film racconta la stravagante amicizia tra Gustave H, un concierge che lavora da molti anni in un leggendario albergo, e uno dei suoi collaboratori più giovani, Zero Moustafa, il quale diventa suo alleato in un rocambolesco recupero di un celebre dipinto rinascimentale, sullo sfondo di una battaglia per un enorme patrimonio di famiglia e una dolce storia d’amore.

budapest-hotel_980x571Anderson ha dichiarato di essersi ispirato alle commedie degli anni ’30 e alle memorie dello scrittore viennese Stefan Zweig per realizzare questo suo ottavo film, e l’ atmosfera vagamente retrò  si percepisce dalla prima all’ultima scena, sia per la scenografia suggestiva e colorata, sia per i dialoghi e i personaggi. La narrazione procede con un movimento continuo, creando dinamicità nel raccontare una storia di amicizia e amore, con influenze dal genere thriller. Rispetto ai film precedenti come Moonrise Kingdom, Fantastic Mr. Fox o I Tenenbaum, Anderson denuncia una nuova maturità, riuscendo a far convivere nel film tutti gli elementi compositivi e artistici che lo contraddistinguono e ai quali ci ha abituati, ma in modo equilibrato ed efficace. La storia è interessante e coinvolge lo spettatore, strappando diversi sorrisi per una buona componente di humour che attraversa tutta la sceneggiatura, ma la vera forza del film è un cast stellare che comprende Ralph Fiennes, Owen Wilson, Bill Murray, una Tilda Swinton quasi irriconoscibile, Harvey Keitel, Jude Law, F. Murray Abraham, Willem Dafoe e Adrien Brody.

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Ogni personaggio è originale e descritto nel minimo dettaglio, ed è difficile racchiudere il film all’interno di un genere cinematografico preciso. La commedia, il thriller, il giallo, il film romantico, e il grottesco, si contaminano l’uno con l’altro, dando vita ad un ibrido affascinante e intrigante, che intrattiene, diverte ed emoziona.

Trailer Grand Budapest Hotel

GALLERY

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By Letizia Rogolino

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

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