Il prossimo 27 Febbraio arriverà nelle sale italiane il suggestivo e interessante film Il Violinista del Diavolo, che ritrova il talentuoso violinista contemporaneo David Garrett nei panni del leggendario compositore Nicolò Paganini. Dopo il grande successo a Napoli di pochi giorni fa e, prima di esibirsi a Genova il prossimo 20 febbraio, il grande artista del crossover con oltre 2 milioni e mezzo di dischi venduti, era a Roma questa mattina per presentare alla stampa il film diretto da Bernard Rose e distribuito dalla Academy Two.
“All’inizio io dovevo occuparmi solo della colonna sonora del film, ma poi, insieme ai produttori e al regista abbiamo pensato che per fare un personaggio come Paganini, non era importante saper recitare, ma soprattutto saper suonare e, quindi scegliere tra un attore che non avrebbe saputo tenere in mano un violino e un violinista che doveva sapere dire qualche battuta, abbiamo preferito la seconda ipotesi e io ho fatto il protagonista” ha dichiarato Garrett, dopo aver aperto la presentazione del film, regalando ai presenti in sala un brano con il suo impetuoso ed elegante Stradivari. “I brani di Paganini testano le capacità tecniche di un violinista. Per me lui è un’icona, un mito e poter lavorare con quei pezzi fantastici è stata una sfida, ma anche un sogno che si è avverato” ha continuato la superstar d’Europa, sottolineando che “Paganini ha inventato molte cose nuove, come il pizzicato con la mano sinistra, i toni alti e l’esecuzione estremamente veloce, e tutto questo per quel tempo era sicuramente rivoluzionario. Era come se qualcuno avesse inventato la Ferrari 200 anni fa“. Garrett è famoso nel mondo poiché, nonostante un’appartenenza esplicita al mondo della musica classica, ogni tanto alterna i concerti, introducendo performance di genere rock, e il fisic du role alla Bon Jovi lo rende originale e unico nel panorama musicale attuale, come Paganini ai suoi tempi, paragonato al Jimi Hendrix della musica classica.
“Io mi considero solo un musicista classico. Questa è la musica in cui mi sento a mio agio. Ma quando sei a casa e stai benissimo, ogni tanto ti concedi una vacanza, ti diverti e te la spassi, ma poi torni e apprezzi ancora di più casa e la tua quotidianità. Così mi succede quando provo ogni tanto a spaziare in altri generi, ma la mia casa è la musica classica. Comunque per qualsiasi tipo di musicista la cosa più importante è sempre far felice il pubblico e conquistarlo e, quando a Napoli per esempio ho notato molti giovani, sono rimasto molto colpito e contento“. Riflettendo sul suo tipo di musica e le eventuali analogie con lo stile di Paganini, Garrett ha poi spiegato: “Il crossover per me è stato una necessità. Mi viene da dentro e lo faccio, come Paganini ai suoi tempi. Anche lui prendeva bravi dall’Opera e brani di musica popolare e creava melodie che attiravano la gente. Così io magari prendo un brano di Michael Jackson e faccio le mie variazioni. Credo che in fondo, non è importante come lo fai, ma cosa fai con questa musica“.
Il Violinista del Diavolo, intitolato così per far riferimento alla leggenda che la musica di Paganini fosse opera del demonio, per la sua eccezionalità, è un film coinvolgente e passionale che racconta l’arte, l’amore, il turbamento e l’intrigo di un personaggio tanto straordinario quanto misterioso ed enigmatico e, il regista e il team creativo, hanno cercato di interpretare la sua vita, tenendo conto di un paio di biografie tra le più attendibili. “Ci sono tantissime storie e leggende su Paganini. Il film è un po’ pazzo ma realistico. Abbiamo cercato di giocare con il mistero di una personalità così grande. Abbiamo cercato di restare vicini alla realtà, senza spezzare l’aurea del mito” ha aggiunto Garrett. Al centro del film vi è il rapporto tra il compositore e il suo impresario Urbani, interpretato da Jared Harris, che sembra richiamare il rapporto tra Faust e Mefistofele, e, interrogato sul suo rapporto con il proprio manager, Garrett ha dichiarato: “Se non sei forte, c’è sempre qualcuno pronto ad approfittare di te. Ho avuto anche io brutte esperienze con alcuni impresari, ma poi ho capito che dovevo trovare delle persone che mi ascoltassero e capissero quello che volevo. La relazione tra impresario e artista è sempre critico e particolare. Lui fa di tutto per spingere il tuo successo, ma serve sempre raggiungere il giusto equilibrio“.
A breve la nostra RECENSIONE del film.