Kevin Costner al Festival di Roma: “Il razzismo è ancora un grande problema in America”

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Abbiamo incontrato in occasione della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il premio Oscar Kevin Costner. Protagonista di indimenticabili pellicole del calibro di Gli Intoccabili, Balla coi lupi, Robin Hood, JFK, Guardia del corpo e Le parole che non ti ho detto Kevin Costner è arrivato a Roma per presentare nella sezione Alice nella Città del Festival il film Black and White. Scritto e diretto da Mike Binder il film racconta la storia dell’avvocato Elliot Anderson (Kevin Costner) che rimasto vedovo dopo l’improvvisa morte della moglie si trova a dover affrontare le mille difficoltà che derivano dal crescere una nipote birazziale. Potete trovare qui sotto le dichiarazioni del premio Oscar Kevin Costner durante la presentazione stampa di Black and White:

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Perché hai deciso di produrre Black and White e quale può essere la soluzione migliore per affrontare il razzismo?

Il soggetto di questo film è sicuramente delicato, la bellezza del mondo sta proprio in tutte le differenze che lo compongono; alcune delle esperienze più belle della mia vita le ho vissute con persone che non parlavano neanche la mia lingua. Il razzismo è uno dei problemi più grandi in America e non credo di essere intelligente al punto da avere una risposta; quello che posso fare però è interpretare film che parlino di questi temi. Questo può essere sicuramente un modo per affrontare il razzismo.

Nella sua carriera ha interpretato film d’azione e film romantici. Che tipo di personaggi preferisce e che approccio segue?

L’approccio è sempre differente, non ho mai voluto costruire la mia carriera su un solo ruolo. Quando lavoro voglio sentirmi libero di fare grandi film ma anche opere più piccole. Ad esempio se c’è un film che voglio fare ma che gli studios dicono di no voglio avere la libertà di farlo lo stesso. Molto spesso abbiamo solo una chance di fare quello che vogliamo e dobbiamo coglierla.

Si è ispirato ai suoi nonni per interpretare il protagonista di Black and White?

No, ho sviluppato il mio personaggio studiando a fondo la sceneggiatura. E’ un uomo che beve troppo e che ha perso molte persone importanti nella sua vita. Ora non vuole perdere a tutti i costi la nipotina. Quando sai per cosa ti batti sai anche quello che devi fare.

Che tipo di artista e padre è?

Nella vita abbiamo l’opportunità di essere tante cose. Io sono un attore e un cantante ma a prescindere dal ruolo che abbiamo queste realtà possono cambiare, interrompersi. Mentre l’essere padre è una realtà che non cessa mai. Lavoro tanto ma passo anche molto tempo a casa, porto i miei figli a scuola e tranquillizzo la mia bimba di quattro anni quando fa i capricci. Il mondo mi vede come attore e musicista ma non vede la parte più bella della mia vita, la mia famiglia. Ovviamente sono consapevole degli enormi benefici del mio successo come i fantastici trattamenti che ricevo sempre ovunque vada. Provengo da una famiglia che non aveva molti soldi e che non faceva parte di questo business. Quindi tutto quello che ricevo dalla vita lo apprezzo come un dono.

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Che ricordo ha della Romania dove ha girato la serie tv Hatfields & McCoys?

Innanzitutto sono molto grato alla Romania perché ci ha permesso di realizzare questo telefilm. In secondo luogo capisci se un luogo è stato importante nella tua vita se hai voglia di tornarci. Ci sono persone con cui ceni una volta e poi non le vedi più e altre con cui non vedi l’ora di passare del tempo. Quello che posso dire è che rifarei un film in Romania. IL Golden Globe poi è stato un bellissimo riconoscimento a tutto l’impegno che metto sempre nel mio lavoro.

Quali sono le dinamiche di produzione dei film hollywoodiani?

I film a Hollywood hanno costi sempre più elevati, arrivano a 150 ma a volte anche a 200 milioni di dollari. Ci sarà sempre spazio per i film grandi ma deve esserci anche per i film più piccoli. Balla coi lupi ad esempio è costato solo 16 milioni di dollari ma ne ha incassati oltre 500. Gran parte dei miei grandi successi sono stati piccoli film. Mi auguro che il mondo veda Black and White perché porta un messaggio importante, un messaggio che mi ha aiutato molto e che penso possa aiutare tante altre persone.

Come ha vissuto il rapporto con la sua bellezza?

Se vediamo una donna non particolarmente bella sola ad un party pensiamo sia timida. Se vediamo una donna stupenda sola pensiamo sia snob. Eppure entrambe non hanno detto neanche una parola. Questo ci fa capire che ci lasciamo condizionare dalle nostre impressioni senza pensare che potremmo sbagliarci. Questo vale anche nella recitazione, se sei alto e bello devi per forza essere stupido. Ma le cose sono molto più complesse di così. Mia moglie mi ha attratto sicuramente per la sua bellezza ma mi sono innamorato di lei quando l’ho conosciuta come persona. Spesso confondiamo il razzismo con il non essere d’accordo con qualcuno. E dobbiamo sforzarci di cambiare questa realtà.

Quale è il personaggio che sente più vicino della sua carriera?

Ho intepretato tanti personaggi diversi nella mia carriera. Ma cerco di non guardare mai ai miei precedenti ruoli, piuttosto ai personaggi che voglio interpretare. Ad esempio quando ho letto lo script di Black and White ho capito subito che sarebbe stato un grande film e ho fatto di tutto per interpretare il mio personaggio nel modo migliore. Anche se il mio ruolo preferito resta sempre quello di padre e marito.

 

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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