Il prossimo 13 febbraio uscirà in tutti i cinema italiani il nuovo film scritto e diretto da George Clooney: Monuments Men. Interpretato da George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, John Goodman, Jean Dujardin e Bob Balaban Monuments Men racconta la storia dell’esperto d’arte Frank Stokes (George Clooney), disposto a sfidare i pericoli della guerra per recuperare le opere d’arte che Hitler ha fatto nascondere per la costruzione del Museo del Fuhrer. Supportato da un inedito e bizzarro team di amici e colleghi, ribattezzato Monuments Men, Stokes inizia una incredibile ricerca delle opere d’arte rubate dai nazisti con l’obiettivo di riportarle negli Stati Uniti d’America e salvarle così dalla volontà di distruzione di Adolf Hitler.
Dopo l’incredibile successo di Le idi di marzo George Clooney realizza un’opera nostalgica, legata ai vecchi film di genere e sospesa tra il dramma, il film storico e la commedia. Tratta dal romanzo omonimo di Robert Edsel Monuments Men è un elogio a questi incredibili uomini che durante la seconda guerra mondiale furono disposti a rischiare le loro stesse vite per il bene dell’arte. Supportato da un cast di notevole livello Clooney compone un piccolo affresco della società dell’epoca in cui i veri ribelli lottavano con il sangue e con i denti per ciò in cui credevano. In una delle scene più interessanti della pellicola il regista sottolinea l’importanza dell’arte attraverso la scelta di morire per essa da parte di alcuni Monuments Men. Ne valeva davvero la pena? Secondo Clooney si e proprio per questo ha deciso di realizzare attraverso questa pellicola un omaggio all’arte e a tutti coloro che si impegnano per preservarla.
Passando agli aspetti propriamente tecnici del film Clooney realizza un prodotto discreto che presenta però varie pecche, tra cui l’estrema indecisione del genere a cui associarla. Monuments Men non è un dramma, né tanto meno una commedia e neanche un film storico. Non commuove, non diverte e non emoziona. E nonostante la buona confezione e l’ottima ricostruzione storica Monuments Men ha il difetto di sembrare un prodotto più televisivo che cinematografico, probabilmente per l’eccessivo buonismo con cui il regista ha deciso di caratterizzare la pellicola. In conclusione Monuments Men è un elogio all’arte ma è anche un prodotto che ha veramente ben poco di artistico, un’opera da vedere solo per il grande cast che la compone e per l’importante messaggio che trasmette.
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