Regression, cosa ne pensa la stampa internazionale

Il ritorno sulle scene del regista spagnolo Alejandro Amenabar arriva dopo ben sei anni dall’ultimo lavoro (Agora, del 2009), con Regression. Nel film, interpretato da Ethan Hawke ed Emma Watson, viene condotta un’indagine sui riti satanici che assediano un’abitazione dove vive la protagonista insieme alla sua famiglia, ma nonostante le assonanze di genere e atmosfere che legano questa pellicola alle precedenti di Amenabar, ad esempio The Others, il risultato finale non sembra aver accontentato pienamente la critica internazionale. A cominciare dal The Guardian che stronca senza appello: “Una delusione, un film scricchiolante e grossolano“.

Dello stesso parere è la firma di Guy Lodge su Variety che scrive: “Anche se recitato con convinzione da Ethan Hawke ed Emma Watson, il film non è abbastanza inquietante da essere preso sul serio, né abbastanza passionale“, mentre Screen International aggiunge: “Se una parte di Regression sembra francamente assurda, è solo perché riflette qualcosa di già visto, cioè il modo con cui diamo forma e corpo ai nostri incubi. Buono, ma per un thriller che dovrebbe entusiasmare, queste soluzioni didattiche e banali non bastano“.

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Nemmeno il The Telegraph è rimasto convinto dal lavoro del regista, ammettendo che “Si, Amenabar non è estraneo al thriller psicologico con sfumature spettrali, ma questo è un lavoro piuttosto deprimente“; soltanto Jonathan Holland sulle colonne dell’Hollywood Reporter spezza un lancia in favore della pellicola, affermando che “Questo racconto curato e artigianale di psicosi collettiva, di abusi e riti satanici, soddisfa come un horror compatto venato di sfumature da thriller psicologico. Ancora più interessante quando scava sotto la sua superficie, dove vengono esplorate le complesse preoccupazioni sull’origine delle nostre paure“.

Vi ricordiamo che Regression arriverà nelle nostre sale il 3 dicembre.

By Cecilia Strazza

Studentessa di lettere con aspirazioni giornalistiche. Scrivo per raccontare storie, critico per restituire l'esperienza della sala, che è il sale della mia vita. Mi piacciono i film sospesi di Sofia Coppola, i futuri alternativi di Spike Jonze, le geometrie di Nicolas Winding Refn, gli scanzonati anni '80 di John Hughes e amo gli spot dei profumi, e Keira Knightley. Tutte buone ragioni per farmi odiare dalla gente.

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