Youth – La Giovinezza, la recensione del nuovo film di Paolo Sorrentino

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Dopo aver conquistato il Premio Oscar con La Grande Bellezza, il regista Paolo Sorrentino torna sul grande schermo il 20 Maggio con Youth – La Giovinezza.  Questo nuovo film, girato in lingua inglese, vanta un cast internazionale composto da Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda, Paul Dano e Rachel Weisz per raccontare l’idea del tempo che passa con gli occhi del regista napoletano.

In un elegante albergo ai piedi delle Alpi, in Svizzera, Fred e Mick, due vecchi amici alla soglia degli ottant’anni, trascorrono insieme una vacanza primaverile. Fred è un compositore e direttore d’orchestra in pensione, Mick un regista ancora in attività. Sanno che il loro futuro si va velocemente esaurendo e decidono di affrontarlo insieme. Guardano con curiosità e tenerezza alla vita confusa dei propri figli, all’entusiasmo dei giovani collaboratori di Mick, agli altri ospiti dell’albergo, a quanti sembrano poter disporre di un tempo che a loro non è dato. E mentre Mick si affanna nel tentativo di concludere la sceneggiatura di quello che pensa sarà il suo ultimo e più significativo film, Fred, che da tempo ha rinunciato alla musica, non intende assolutamente tornare sui propri passi. Ma c’è chi vuole a tutti i costi vederlo dirigere ancora una volta e ascoltare le sue composizioni.

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La quiete e la natura circondano questa struttura elegante e lussuosa racchiusa tra le montagne e al suo interno prendono vita alcune storie di vita, che presentano una serie di personaggi che riflettono sul loro presente ed immaginano il futuro secondo diverse prospettive. Michael Caine e Harvey Keitel condividono ricordi di una vita comune, in un alternarsi di umorismo e cruda sincerità, e le loro rispettive interpretazioni sono impeccabili, affiancate da un Paul Dano convincente e in grado di reggere la loro presenza sulla scena. Dal punto di vista femminile Rachel Weisz e Jane Fonda sembrano donare il loro massimo talento per dare vita a due ruoli carismatici, sofferenti ed intensi. Sorrentino fa leva sugli straordinari attori, lasciando loro molto spazio all’interno della narrazione. A differenza de La Grande Bellezza, in Youth la sceneggiatura ha il suo peso e i dialoghi, brillanti e arguti, sono il cuore del film e aiutano a tenere un ritmo dinamico e coinvolgente. Non mancano tuttavia le fughe dalla realtà del regista premio Oscar che torna ad introdurre, tra una scena e l’altra, una serie di fotografie in movimento in cui il tempo sembra fermarsi per far pensare lo spettatore. I pensieri e i sogni dei protagonisti diventano delle opere d’arte animate, sospese tra realtà e fantasia, e il film viene trasportato in una dimensione onirica intrigante ed eterea. Si affronta il tema dell’amicizia, dell’amore tra le piccole sfumature delle relazioni umane dette e non dette. Questo nuovo film sembra sintetizzare i punti forti del cinema di Sorrentino, unendo lo stile estetico de La Grande Bellezza con lo stile narrativo dei suoi film precedenti come This Must Be The Place o Il Divo, e il risultato è un film tra il dramma e la commedia, che fa sorridere e commuovere con estrema naturalezza anche grazie ad una colonna sonora ricercata e suggestiva.

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By Letizia Rogolino

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

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