Coloratissimo e pieno di energia, dal 27 novembre Oceania 2 è nelle sale italiane. Il sequel animato del classico Disney potrebbe sorprendervi.
Si tratta del 63° classico d’animazione firmato Walt Disney e dopo il successo del primo capitolo datato 2016 porta sul grande schermo una nuova avventura entusiasmante.
Si viaggia oltre il reef, ci si spinge più lontano di chiunque abbia osato prima, Vaiana vince le proprie paure e lo fa per infondere speranza e prosperità.
Un sequel inaspettato
In questo secondo capitolo ritroviamo la protagonista Vaiana, che dopo aver dimostrato di essere capace di ricoprire il ruolo di leader della comunità durante il primo Oceania, si metterà in viaggio verso nuovi orizzonti. Nuovi compagni d’avventura la seguiranno, altri già noti torneranno a supportarla e tutti insieme, spinti da un criptico messaggio degli antenati esploratori, cercheranno di trovare il luogo che unirà i popoli.
Ovviamente si sa che quando la determinazione verso un obiettivo così importante ti trascina in avventure inaspettate, l’effetto collaterale è dietro l’angolo. Ecco infatti che mostruosi pericoli attenderanno il gruppo al varco, nuove creature più o meno ostili ma anche la possibilità di un futuro decisamente più fiorente.
Vaiana, un’icona femminile efficace
Se la trama potrebbe apparire molto banale e prevedibile, ciò che si trova andando a vedere Oceania 2 è il contrario. Tematiche semplici ma forti, una goduria visiva illimitata ma soprattutto una protagonista al passo coi tempi e mai forzata.
Sono passati tre anni all’interno della storia e otto al di fuori del mondo diegetico e la nostra Vaiana rispecchia questo in ogni frame. Dall’aspetto estetico più tonico e maturo, passando per le riflessioni argute fino al coraggio tinto di una ferma carica decisionale.
Il carisma infatti, è proprio uno dei più grandi pregi di Vaiana insieme alla sua empatia e all’altruismo che la spinge in ogni scelta. Evolve, cambia, intraprende strade tortuose volte verso qualcosa di imponente, ma ciò che più la innalza è la sua motivazione. Ogni cosa che fa non è mai per se stessa, la sua priorità è sempre il bene della sua gente.
E a conti fatti, oggi come oggi, visto ciò che accade ogni giorno, un messaggio del genere non è affatto scontato anzi necessita di essere trasmesso, tanto per gli adulti quanto per chi sarà adulto domani.
Si ride ma si riflette anche
Improbabili e strampalati, i navigatori che compongono il team di Vaiana riescono quasi a farti dimenticare il perfetto gruppetto del primo film. C’è da dire che Maui, Hei Hei e Pua continuano a divertire anche in questo sequel, ma tra canzoni e simpatici siparietti, i nuovi arrivati se la giocano bene.
Nessun vero villan all’orizzonte invece, sono gli ostacoli della propria sfida personale ad essere lo scoglio che Vaiana dovrà superare. Ecco dunque un altro pregio di Oceania 2, che in maniera molto matura e meno Disneyana di (quasi) tutti gli altri classici, eleva la storia ad un gradino superiore, più realistico.
La difficile corsa verso una sorta di terra promessa in cui unire tutti i popoli, per godere di potenzialità infinite grazie alla condivisione, è il cuore del film. Questo nucleo pulsa costantemente lungo tutta la durata del nuovo classico Disney. Tra viaggi mistici e associazioni visive, che ricordano a più riprese il secondo capitolo di Avatar, si utilizza come cardine un semplice ma funzionale insegnamento: perdersi per ritrovarsi.
Un viaggio non richiesto ma memorabile
Forse in parte didascalico ma anche tanto incisivo, Oceania 2 regala un connubio di poesia animata curatissima. Usi, costumi, tradizioni, riti e usanze tipiche di quei luoghi si mescolano al delicato calore familiare. Ed è probabilmente il rapporto con la sorellina Simea il più sentito e dolce dell’intero film, il quale nasconde all’origine un corrispettivo del tutto reale.
Uno dei registi, David G. Derrick Jr., ha infatti raccontato che durante la pandemia, mentre iniziavano a lavorare al film (che inizialmente doveva essere una serie tv), sono state moltissime le influenze personali che l’hanno ispirato. Per capirci, Simea è il nome di sua figlia ad esempio, come anche quella straziante scena della separazione tra “sorellina” e “sorellona” è esattamente il corrispettivo di una situazione che ha vissuto, quando il figlio più piccolo ha salutato la sorella in partenza per l’università.
Tirando le somme dunque, Oceania 2 non diventerà di certo il miglior classico Disney della storia, né sarà ricordato come quello con le canzoni più memorabili, ma ciò che senza dubbio riesce a fare è qualcosa che di consueto ha ben poco. Una brillante forma d’intrattenimento audiovisivo, senza sbavature né confini, capace di far emergere morali semplici, totalizzanti e urgentemente necessarie.