Odio il Natale: la recensione | un remake norvegese dal cuore italiano

La stagione natalizia, articolata da serie tv e film, continua a gonfie vele soprattutto nelle piattaforme streaming. Proprio nel catalogo Netflix è stata inserita una serie intitolata Odio il Natale diretta da Davide Mardegan e Clemente De Muro con protagonista l’attrice Pilar Fogliati nel ruolo di Gianna. Nonostante il titolo possa far pensare a una versione italiana del Grinch, il vero senso di questa affermazione viene sciorinata nel corso dei sei episodi e delle loro dinamiche. Odio il Natale mette sotto la lente di ingrandimento la vita di una ragazza single che capisce quanto sia importante e vedere l’amore vari punti di vista.

La trama della serie

La protagonista Gianna, rappresenta il disagio provato almeno una volta da ragazze – e anche ragazzi – che puntualmente vengono interrogate dalla propria famiglia sulla propria vita privata. La necessità di vedere la figlia sistemarsi, avere dei bambini e un marito accanto diventano le uniche priorità, in particolar modo della madre. Proprio le sue continue pressioni, portano Gianna a dirle che durante la cena di Natale avranno modo di conoscere il suo fidanzato.

Una bugia che diventa ogni giorno sempre più grande e difficile da gestire da sola. Per questo motivo, arriveranno in suo soccorso due amiche e sua sorella maggiore. Tra un turno in ospedale e un appuntamento disastroso, Gianna si troverà di fronte a una dura realtà: se in tre anni non è riuscita a lasciarsi andare e trovare qualcuno che potesse farle battere il cuore dopo Francesco, come farà a trovare un ragazzo da presentare alla famiglia? Ed è proprio quando tutto sembra perso, che l’amore busserà alla sua porta.

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Odio il Natale | la recensione della serie

Per la prima volta la Lux Vide (del gruppo Fremantle) si cimenta con una commedia natalizia per Netflix, mostrandosi più slanciata nel raccontare la vita di una giovane donna single sotto tutti i punti di vista. Ispirato al remake norvegese della serie Natale con uno sconosciuto composta da due stagioni e disponibile su Netflix, molto probabilmente Gianna potrebbe tornare con altri episodi prossimamente.

La sceneggiatura firmata da Elena Bucaccio, Viola Rispoli e Silvia Leuzzi mostra una ragazza alla ricerca di un ragazzo che possa essere ‘presentabile’ il giorno di Natale alla sua famiglia. In particolar modo, alla madre costretta a relegarla al tavolo con i bambini durante le cene di famiglia, per il suo status di single incallita. Se restare a cena in mezzo ai gemellini del fratello possa essere una ‘punizione’, a rendere l’atmosfera ancora più pesante è il pressing di domande di Marta, desiderosa di vedere la figlia sistemata. Questa condizione porta Gianna a tirare una bomba pronta a esploderle tra le mani: presentarle il fidanzato alla cena di Natale.

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Fortunatamente in suo aiuto, giungono le amiche e la sorella maggiore, portandola a conoscere uomini diversi tra loro. Se da un lato troviamo Carlo (Marco Rossetti) un affascinante imprenditore di vini di successo costretto sulla sedia a rotelle, dall’altro, troviamo Davide (Nicolas Maupas) studente liceale maggiorenne che riesce a far sentire viva Gianna dopo tanto tempo. Ma si sa, l’amore come sempre gioca brutti scherzi. E alla fine, quando si è alla ricerca disperata dell’uomo perfetto, non ci si rende conto che probabilmente è davanti agli occhi da tempo.

Le paranoie di Gianna, le sue autocritiche e critiche nei confronti degli uomini che incontra nel corso dei giorni, permettono allo spettatore di vivere insieme a lei questi tormenti, grazie alla rottura della quarta parete. Vedere l’attrice rivolgersi direttamente a ragazze o ragazzi, che stanno vivendo la stessa situazione, la rende più vicina, come se fosse la ragazza della porta accanto.


Pilar Fogliati risulta spontanea e credibile nell’interpretare Gianna, una ragazza semplice, dedita al lavoro, ai pazienti e agli amici. In una società dove tutte le donne sembrano essere fatte con lo stampino, Pilar/Gianna riesce a distinguersi dalla massa, non solo in termini di bellezza ma soprattutto in termini di contenuto. Per lei l’amore è una cosa seria, al di là della necessità di presentare qualcuno alla madre il giorno di Natale. A un certo punto, sorge anche spontaneo chiedersi come sia possibile che una giovane donna come lei non abbia nessuno accanto.

Odio il Natale nonostante l’influenza norvegese, riesce a essere fedele a quelli che sono gli aspetti fondamentali di questa festività nel nostro Paese. In primis, la presenza del bambinello o meglio la sua scandalosa scomparsa a un passo dal 24 dicembre. E poi, l’importanza di installare il tradizionale presepe di famiglia, rituale che esternamente mostra un’unità familiare ma che di fatto non è poi così perfetta.

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Odio il Natale | un pizzico di Sex and the City all’italiana

Nel vedere Gianna relazionarsi con le amiche è impossibile non aver pensato – anche per una frazione di secondo – alla serie cult Sex and the City. Questo accostamento non è da considerarsi come qualcosa di negativo, ma bensì come un escamotage che ancora una volta, riesce a dare maggiore credibilità alla storia. Ognuno di noi ha un gruppo di amiche alle quali sottoporre i propri dubbi amorosi ed esistenziali. Allo stesso modo, Gianna si rifugia nelle sue ragazze sempre pronte a sostenerla e a consigliarla.

La versione italiana di Samantha Jones possiamo dire che è rappresentata dalla coinquilina e migliore amica Titti (Beatrice Arnera). Avvocato, molto curata nell’aspetto fisico e nota per essere una mangiatrice di uomini. A volte rappresenta il diavoletto che si posa sulla spalla di Gianna, per spronarla a lasciarsi un po’ andare con i ragazzi.


Poi c’è Margherita (Fiorenza Pieri), la sorella maggiore di Gianna che per certi versi ricorda Miranda Hobbes. Nonostante sia riuscita a costruirsi una famiglia tutta sua, ogni santo giorno si trova a doversi occupare della casa, dei bambini e del cane, da sola. Ed è qui che sorge spontanea la domanda: che senso ha sposarsi con un uomo praticamente inesistente e che non trova mai tempo per occuparsi della famiglia?

Ed infine, c’è Caterina (Cecilia Bertozzi) che data la dolcezza e ingenuità, porta alla mente il personaggio di Charlotte York. Lei è ancora alla ricerca del primo amore, in tutti i sensi, nonostante abbia trent’anni. Proprietaria del loro bar-rifugio a Chioggia, la ragazza si rivela fondamentale non solo nell’aiutare Gianna moralmente, ma nel mettere a disposizione fiumi di alcol per i momenti di maggiore sconforto della protagonista. Così come l’amica, anche lei non capirà che il vero amore era praticamente davanti ai suoi occhi.

By Leila Cimarelli

Il mio amore più grande?! Il cinema. Passione che ho voluto approfondire all’università, conseguendo la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale a Salerno. I miei registi preferiti: Stanley Kubrick, Quentin Tarantino e Mario Monicelli. I film di Ferzan Ozpetek e le serie tv turche sono il mio punto debole.

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