Le sole persone che esistono sono quelle che hanno la demenza di vivere, discorrere, di essere salvate, che vogliono vivere tutto in un solo istante, quelle che non sanno sbadigliare.

Quando, nel 1959, il giornalista televisivo Steve Allen chiese a Jack Kerouac in quanto tempo avesse scritto  il romanzo Sulla Strada, egli rispose “Tre Settimane” e alla domanda seguente “Per quanto tempo ha viaggiato?” Lui rispose “Sette anni“. Uno degli autori più importanti del XX secolo ha trasformato la sua vita on the road in un libro che ha conquistato per anni pubblico e critica e oggi, nel 2012, diventa un film diretto da Walter Salles, che ha già trattato il tema del viaggio con il precedente I Diari della Motocicletta.  Dopo la morte del padre, Sal Paradise (Sam Riley), un aspirante scrittore newyorchese, incontra Dean Moriarty ( Garreth Hedlund), un affascinante ex-pregiudicato che vive la vita all’estremo, travolgendo chiunque trovi sulla sua strada. I due diventano ben presto ottimi amici, creando un legame incredibilmente forte, invaso ogni tanto dalle numerose conquiste dell’ eccessivo Dean. Le uniche donne importanti della sua vita sembrano essere la sedicenne Marylou ( Kristen Stewart) e la madre dei suoi due figli Camilla (Kirsten Dunst), ma il giovane vagabondo, alla continua ricerca di una casa, non riesce a fermarsi e il fuoco che gli brucia dentro, lo divora giorno dopo giorno, spingendolo ad esperienze troppo intense per essere dimenticate.

Primo adattamento cinematografico del famoso romanzo Sulla Strada, questo film racconta il lungo e stravagante viaggio di Jack  Kerouac attraverso gli spostamenti del suo avatar letterario Sal Paradise, che percorre paesaggi sconfinati da est ad ovest, nel periodo dal 1947 al 1950. Il bisogno di soldi unito alla naturale necessità di movimento e alla ricerca disperata di nuove esperienze, spingono lo scapestrato Dean e i suoi amici a viaggiare incessantemente lungo un’America deserta, polverosa e a tratti caotica, che risucchia tutto nel disordine di quegli anni, in cui la maggior parte dei giovani della cosiddetta beat generation sognano ad occhi aperti, e vogliono trovare a tutti i costi il loro posto nel mondo. Questa incessante ricerca di un’ identità li porta a sperimentare l’eccesso e la perdizione, insita nell’abuso di droghe, alcool e sessualità senza freni, salvo coloro che si rifugiano nei libri e nei testi letterari all’ avanguardia, storditi da poesie e parole, che spesso trovano un senso solo dopo due pacchetti di sigarette e  due o tre bicchieri di whiskey. L’arrivo di Dean nella vita di Sal segna indubbiamente l’inizio del film, ma anche l’inizio della vita sulla strada di questo aspirante scrittore che prova con tutte le sue forze a prendere il volo. Sal viene stravolto e coinvolto da Dean, per il suo temperamento, la sua personalità così predominante e soprattutto la follia che lo possiede e lo divora giorno dopo giorno dall’interno. Sam Riley e Garrett Hedlund interpretano i due personaggi molto bene, trasportando perfettamente i famosi protagonisti letterari dell’avventura beat, Neal Cassady e Jack Kerouac, nella trasposizione cinematografica. Walter Salles ha scelto un ottimo cast, che prende forza anche dai numerosi personaggi secondari, interpretati da professionisti davvero notevoli, come Viggo Mortensen, Amy Adams e Tom Sturridge. Unica nota dolente l’interpretazione fredda ed emotivamente piatta di Kristen Stewart, che scompare in mezzo agli altri personaggi.

Inquadrature ampie con una camera in continuo movimento, si alternano a primi piani stretti sui personaggi, per una regia dinamica e intensa di On the Road, che, come in Paura e Delirio a Las Vegas di Terry Gilliam, segue l’avventura di un ‘gonzo’, ovvero uno scrittore/giornalista che scrive sotto l’effetto sconvolgente e allucinogeno di alcool e droghe. Il romanzo Sulla Strada è indubbiamente difficile da rendere sullo schermo. Non basterebbe un lungometraggio di quattro ore per rendere visivamente il fiume di parole che possiedono l’autore in gran parte delle sue pagine, ma Salles è riuscito a realizzare un film piacevole e convincente con una fotografia e una colonna sonora che trasportano lo spettatore nella giusta atmosfera on the road, in cui si respira a pieni polmoni il contrasto tra la purezza della strada, una striscia di asfalto che scorre indisturbata per km e km, e la peccatrice esistenza che la percorre.

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