Operazione U.N.C.L.E., la recensione del nuovo film di Guy Ritchie

Se uno pensa all’accento incomprensibile di Brad Pitt in Snatch – Lo Strappo o all’acuto umorismo degli ultimi film di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr., non può non amare il cinema di Guy Ritchie. Infatti, la peculiarità di questo regista inglese, ex marito della cantante Madonna, è la capacità di adattare un genere classico in modo del tutto innovativo ed originale, per coinvolgere il pubblico del grande schermo in un mix di azione e divertimento. Il suo ultimo film, Operazione U.N.C.L.E., nelle sale italiane dal 2 Settembre, è ispirato ad una celebre serie tv degli anni ’60, The Man From U.N.C.L.E., e ritrova nei panni dei protagonisti Henry Cavill ed Armie Hammer, due delle star più in vista del momento che tornano al 1963 tra la Germania, l’Austria e l’Italia per una spy story in linea con il più classico James Bond. “E’ un omaggio alla serie tv. Abbiamo voluto cogliere l’essenza e l’unicità di quel periodo perchè fosse immediatamente accessibile al pubblico di oggi con la massima freschezza e originalità. Il tono è allo stesso tempo storico e attuale e l’ho sentito un processo molto naturale” ha spiegato il regista. 

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Siamo negli anni più critici della Guerra Fredda. L’agente della CIA Napoleon Solo (Henry Cavill) e l’agente del KGB Illya Kuryakin (Armie Hammer) devono collaborare, nonostante il loro rapporto conflittuale, per fermare una misteriosa organizzazione che minaccia il mondo con le armi e le tecnologie nucleari. Alicia Vikander, che abbiamo visto recentemente nel film di fantascienza Ex Machina, interpreta la figlia di uno scienziato tedesco che i due agenti dovranno utilizzare per infiltrarsi tra i nemici e lottare contro il tempo per trovare la mente criminale e prevenire la catastrofe. La competizione e la rivalità tra Solo e Kuryakin rende il film dinamico e frizzante, ma soprattutto divertente. L’azione e l’avventura sono gli ingredienti principali per un film di spionaggio che sembra a tratti retrò e a tratti legato al XXI secolo, sullo sfondo degli anni ’60 vissuti dal punto di vista più cool, tra arte, moda, musica e diverse ideologie politiche e sociali. Sulle note di una musica che passa da ritmi swing a melodie di natura western, si susseguono scontri a fuoco, serrati inseguimenti, scenografiche esplosioni anche se i due protagonisti sembrano impassibili, sfoggiando un coraggio e una spavalderia che diverte lo spettatore dalla prima all’ultima scena.

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Equilibrio di pericolo reale, dramma e azione, con un tocco di leggerezza. Trovo stimolante la contrapposizione di diversi stati d’animo” ha spiegato Guy Ritchie parlando di questo suo ultimo film, che riesce a mantenere le caratteristiche vincenti del suo cinema, con richiami al primo Lock & Stock e il più recente Rocknrolla. La sceneggiatura è lineare e asciutta, e il montaggio veloce e serrato coinvolge lo spettatore nell’avventura, mentre gli occhi sono rapiti da un’estetica fatta di colori vivaci, costumi eleganti vintage e location affascinanti. Risulta tuttavia difficile spogliare Henry Cavill della tuta rossa e blu che ha indossato negli ultimi anni per interpretare il nuovo Superman. L’attore non riesce a lasciarsi andare all’ironia e risulta più rigido e poco espressivo rispetto ad Armie Hammer e il resto del cast. La regia e le scelte di produzione riescono però a creare nel complesso un film da vedere, carismatico, divertente e spassoso, per un pubblico eterogeneo.

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