La 78esima edizione della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia si è aperta questa mattina alla presenza di Pedro Almodóvar, che ha presentato in Concorso il suo nuovo film Madres paralelas. Protagoniste sono due donne, Janis e Ana, che si ritrovano a condividere la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe alle prese con una gravidanza non attesa. Ma se Janis, di mezza età, non ha rimpianti, Ana invece è una adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Il caso creerà un vincolo molto forte tra le due e complicherà in maniera clamorosa le vite di entrambe.
“Mia madre e le figure femminile che mi hanno educato erano delle figure onnipotenti. Il personaggio di Penelope Cruz è invece completamente diverso da quelle donne: è una madre imperfetta, complessa. E così le altre madri del film, alcune delle quali sono addirittura prive della vocazione alla maternità, non hanno i tratti caratteristici delle donne presenti nei miei precedenti film”, ha spiegato Almodóvar in conferenza stampa. Un ruolo, quello affidato alla Cruz, che la stessa attrice non ha esitato a definire come il più complesso della sua carriera. “Realizzare questo film è stato un viaggio intenso e avvincente”, ha spiegato l’attrice. “Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono detta: quest’uomo ha scritto l’ennesimo capolavoro. Nonostante la difficoltà del ruolo, però, non mi sono sentita sola. È difficile trovare un regista che decida di concedere tanto tempo della sua vita privata agli attori come fa Pedro Almodóvar. Ci invita a cena, parla e si confronta con noi. Ha un approccio molto artigianale e la sua etica del lavoro si basa sulla cura del dettaglio. E tutti quelli che lavorano con lui finiscono per aderire a questa logica”.
Madres Paralelas | il problema della memoria storica
La Legge di Amnistia del 1977 con un colpo di spugna cancellò i reati commessi in epoca franchista e i partiti dell’opposizione, appena usciti dalla clandestinità, dovettero accettare la nuova legge pena il mancato ritorno alla democrazia. Adesso l’esecutivo di Pedro Sanchez vuole completare il lavoro iniziato nel 2007 dal governo Zapatero e bloccato dai conservatori del Partido Popular nel 2011. Con la ‘Legge della memoria democratica’ si apre così uno scenario inedito che potrebbe portare le vittime del franchismo e i loro familiari ad ottenere giustizia una volta per tutte. Un tema, quello della memoria storica, che il film di Almodóvar inserisce in maniera intelligente nella narrazione privata della protagonista.
“La memoria storica è un problema per la società spagnola, che ha ancora un debito enorme nei confronti dei desaparecidos, seppelliti in fosse comuni e private della loro dignità”, ha proseguito il regista spagnolo. “Era un argomento che inizialmente non c’era nel film, ma è stato inserito solo successivamente. Nel 2007 con Zapatero era stata fatto un primo tentativo di intervenire con la legislazione su questo tema, ma anche in quel caso si è trattato di un intervento del tutto insufficiente. È passato così tanto tempo, che adesso ci sono i pronipoti di quelle persone a chiedere che vengano eseguite le riesumazioni. La Spagna ha un problema con la sua storia recente e così il cinema spagnolo. Il fatto che la Spagna si sia disinteressata per anni al ritrovamento del corpo di uno dei suoi figli più illustri, come Federico García Lorca, la dice lunga sulla rapporto complesso che questa nazione ha con il suo passato”.
Almodóvar sfida l’ultradestra spagnola
Almodóvar ha anche commentato l’avanzata dei partiti di estrema destra, spesso apertamente negazionisti del passato fascista del loro Paese: “La Spagna si trova in una situazione difficile anche perché c’è un partito a cui è permesso di dire cose che prima si aveva il pudore di non dire, di fare pubblicamente affermazioni anticostituzionali. Quale sarà la reazione dell’ultradestra al film? Preferisco non pensarci. I suoi seguaci reagiscono a tutto in modo delirante, ma vorrei concentrarmi su altro. Non perché rifiuti la battaglia, ma perché siamo condannati a non capirci”.
Il regista spagnolo, come rivelato dalla Cruz a Venezia, è già al lavoro sul prossimo film. “So che Pedro sta lavorando ad un nuovo progetto. Se sarò la persona giusta per uno dei ruoli che sta scrivendo, sarò felice di prenderne atto, ma ho troppo rispetto per la sua libertà di scelta”. Un rapporto, quello tra l’attrice e Almodóvar, che si è consolidato negli anni e dopo innumerevoli progetti realizzati assieme. “Penelope ha una fiducia cieca in me e questo è molto bello”, ha affermato Almodóvar. “È una grande lavoratrice ed è sempre disposta a dedicare tutto il tempo necessario per un film. Questo ruolo è quello più complesso che io abbia mai scritto per lei e avevo assolutamente la necessità di risolvere tutti i miei dubbi sulla recitazione prima di cominciare a girare. Per questo abbiamo provato più volte tutte la sceneggiatura con lei e Milena Smit”. Il risultato di questo lavoro approfondito sulla recitazione delle due attrici si vede ed è uno dei maggiori punti di forza di uno dei film più stratificati e complessi della filmografia almodóvariana.