Da Ottobre a Dicembre 2012 il Teatro di Lungotevere Vittorio Gassman accoglierà, contemporaneamente ai cantieri per la ristrutturazione di nuove aree dello spazio, ben diciotto compagnie protagoniste di una comune esperienza artistica in continua contaminazione. Dall’esigenza di abitare l’India durante il periodo di ristrutturazione, è nato questo progetto, intitolato Perdutamente. Atti, distrazioni, incidenti, teorie sul tema della perdita, la cui anima si allinea all’atmosfera cantieristica della seconda sala del Teatro di Roma. I protagonisti saranno artisti provenienti da laboratori teatrali come Rialto, Collatino Underground, Angelo Mai, spazi attualmente soppressi. I diciotto gruppi rifletteranno insieme sul tema della perdita, influenzandosi e contaminandosi. Il fatto di non dare ancora dei titoli, delle date e delle locandine è una scelta che dimostra la disponibilità al cambiamento di questi artisti.
Ieri sera, nella magica cornice esterna del Teatro il Presidente Franco Scaglia,il Direttore Gabriele Lavia, insieme ad alcuni artisti e all’assessore Dino Gasperini hanno illustrato Perdutamente.
Franco Scaglia: “Abbiamo bisogno di riflettere sulle cose buone. Questo è un momento in cui non ci sono soldi, tutto va male. Ma noi siamo orgogliosi del lavoro di rilancio del Teatro di Roma. Stiamo mantenendo gli stessi abbonamenti dell’anno scorso. Stamattina abbiamo inaugurato la nuova facciata dell’Argentina, che non è costata nulla di soldi pubblici. Abbiamo anche sistemato la parte interna dell’Argentina: grazie a Gabriele, che ha offrerto gratis un suo recital, siamo riusciti a sistemare le poltrone. Credevamo già da tempo alla realizzazione di un progetto come Perdutamente, ma per problemi finanziari vi avevamo rinunciato. Quando poi si è creata questa particolare situazione a India, siamo riusciti a riunire queste diciotto compagnie. Gli impegni che ci siamo presi, siamo riusciti a mantenerli sempre. Questa non è una situazione temporanea, è un impegno che ci prendiamo con le compagnie più giovani. Se non si riparte dalle forze giovani, tra breve il teatro sarà finito. Le giovani generazioni sono più disponibili al dialogo e allo scambio, sono più disposte ad aprire le braccia. Ci sarà un’India diversa. Anche l’Argentina non è un museo, oltre ai grandi devono arrivare piano piano i meritevoli.”
Gabriele Lavia: “Ritengo che questo sia il progetto più importante e fondativo del Teatro India, che diventerà uno spazio aperto, un abbraccio, un’apertura accogliente. Io credo nel teatro come spazio aperto che libera. Ragion per cui il Teatro di Roma, così ristretto con la sola sala dell’Argentina, ha avuto bisogno di ricreare piccoli spazi come la sala Squarzina, Lo Sperone (la sala Pandolfi) e l’India. Al posto del bar ci sarà un’arena all’aperto, la sala B avrà un palcoscenico centrale, con una tecnologia di costruzione particolarmente adatta per la musica. Questo luogo, secondo me, diventerà il luogo teatrale più importante d’Europa. All’Argentina, sullo Sperone, ci sarà una piccola rassegna chiamata Prima Lettura. Non avendo mezzi ho chiamato degli amici come Cecchi, Tiezzi, Latella, che insieme a me leggeranno vari autori come ad esempio Shakespeare e Majakovskij. Si tratta di serate d’onore ad ingresso libero, in cui il regista racconta la sua messa in scena. Per quello che riguarda Perdutamente, India sarà aperto fino all’ultimo dell’anno per una sola cosa. Abbiamo pensato a diciotto gruppi di artisti, formatisi nel panorama romano, che lavorassero tutti sul tema della perdita. Non sappiamo ancora dove ci porterà questo lavoro, è un salto nel buio, ma il buio è il tema del nostro Occidente.”
In polemica con la gestione della cultura, alcuni degli artisti hanno affermato che la politica romana ha sottovalutato il potenziale di quegli spazi off, oggi non più funzionanti, e che si è passati dall’indifferenza a veri e propri miopi attacchi frontali. L’assessore Gasperini ha risposto anche a questa provocazione: “Non capita spesso di avere un momento di incontro così importante. Un teatro stabile che si apre alle generazioni più giovani. Ci ritroviamo in un luogo non luogo, che adesso è un cantiere. È un vero momento di creazione, contaminazione e crescita. Io non voglio più rinunciare ad un momento di incontro del genere e costruire un evento particolare. A Gennaio inizieranno i lavori che ci consegneranno uno spazio completamente nuovo. Io sono entusiasta di questa opportunità e dire di sì a Gabriele è stato un tutt’uno. Per me e per l’amministrazione di Roma Capitale è una grande opportunità. Sono molto curioso di vedere cosa verrà fuori da questa factory. Non mi appartiene di aver attaccato gli spazi da cui vengono questi diciotto gruppi. Mi piace ragionare sulla valorizzazione degli spazi con un’amministrazione che una volta tanto è pronta a mettersi in discussione.”
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