Che cosa celerà quella casa sperduta in mezzo al bosco dove un gruppo di amici si reca per trascorrere un fine settimana all’insegna del relax e del divertimento? Drew Goddard (sceneggiatore di Cloverfield) ha deciso, come opera prima, di dirigere un horror che è tutt’altra cosa di ciò che può sembrare all’apparenza, e in questo risiede la sua forza. L’incipit è quello volutamente scontato di un gruppo di giovani amici di college che vanno in gita in campagna per passare un weekend sfrenato in un’isolata casetta nel bosco. Fin dall’inizio tutti i personaggi sono abilmente stereotipati, anche se non perfettamente interpretati: troviamo lo studioso (Jesse Williams) , l’atleta (Chris Hemsworth), il buffone (Franz Kranz), la sciocca bella e allampanata (Anna Hutchison) e la vergine o presunta tale (Kristen Connolly). Questo grazie alla sceneggiatura scritta a quattro mani dal regista insieme a Joss Whedon (regista di The Avengers e padre della serie tv Buffy l’ammazzavampiri), che risulta brillante, ricca di battute e costruita in moto tale da ribaltare la storia rivisitando un genere classico. A conferire poi quel tocco in più ci pensano la bravura di Richard Jerkins, Bradley Whitfors e il cameo di Sigourney Waver.

Il film mostra come nel 2012 è possibile reinventare in maniera divertente, crudele e spietata un genere così abusato, con trovate ingegnose, battute perfettamente calibrate, citazioni e omaggi a non finire (La casa, Suspiria, The Ring, Shining sono solo alcuni). Definire Quella casa nel basco un semplice horror è riduttivo; da una storia classica e lineare passiamo a un reality sadico manovrato dai suoi umani “burattinai”, per poi sfociare in un film apocalittico, in un continuo scambio di posizione tra carnefice e vittima. Il bello è che tutti i generi si incastrano perfettamente, allungando un po’ troppo il brodo alla fine ma regalando una conclusione impeccabile. A sottolineare e far emergere con maggior evidenza quest’aspetto ci pensano poi le ambientazioni curate da Martin Whist: “I due ambienti dovevano risultare molto distinti l’uno dall’altro, per mantenere questa freschezza e sorprendere costantemente il pubblico” e il montaggio scorrevole di Lisa Lassek. Notevole anche la fotografia di Peter Deming, un esperto del genere, con al passato il thriller psicologico Drag me to Hell, i quattro Scream, La leggenda di Jack lo Squartatore e vincitore di un Indipendent Spirit Award per Mulholland Drive di David LynchQuella cosa nel bosco è un film che non si prende sul serio ma che riesce nel tentativo di mettersi in discussione e di portare una ventata di aria fresca in questo genere sempre più scontato nelle sue trame, come spiega lo stesso Whedon:“Adoro l’horror, ma le trame stanno diventando sempre più prevedibili. Le morti sono sempre più disgustose. I giovani protagonisti sono sempre più intercambiabili e ci si dedica agli strumenti di tortura che non ai dialoghi. Si tende a deprezzare tutto il rituale del cinema horror”Goddard raggiunge il suo obiettivo: portare sullo schermo una divertente, splatter e inaspettata riflessione sulla crudeltà e su cosa ci spinge ad apprezzare tanto il cinema horror, riuscendo al tempo stesso a rinnovarlo.

Buona la prima.

Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 18 Maggio. 

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