Il nuovo film di Ferzan Ozpetek, Diamanti, è un inno alla forza delle donne, interpretate da ben 18 tra le attrici migliori del panorama cinematografico italiano.
A concludere nel migliore dei modi questo anno cinematografico ci ha pensato Ferzan Ozpetek con il suo quindicesimo lungometraggio: Diamanti. Da che mondo è mondo, il lavoro del regista non è mai semplice, ma quando si decide di dirigere ben 18 attrici tra le più brave del cinema e del teatro italiano, siamo davanti a una vera prova di coraggio, superata brillantemente.
Questo termine – coraggio – è un po’ il fil rouge che unisce le protagoniste, impegnate mattina e pomeriggio con il lavoro in sartoria e la sera con le difficoltà della propria famiglia. Ozpetek in questo film, insieme al suo amore per le donne, rende omaggio anche all’arte sartoriale italiana, con un pensiero rivolto a grandi maestri del calibro di Piero Tosi, Danilo Donati e Milena Canonero che presumibilmente ha ispirato il ruolo di Bianca Vega.
Le attrici scelte da Ozpetek sono: Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic.
Ognuna di loro riesce a offrire una visione inedita e personale di quello che sono le donne, passando da nemiche ad amiche e vivendo tra atti di forza e momenti di estrema fragilità. Al di là di tutto, una cosa è certa, Ferzan Ozpetek ha dimostrato ancora una volta di saper dare voce alle donne come nessun altro.
La trama del film Diamanti
In una terrazza romana Ferzan Ozpetek invita molte amiche attrici per informarle di un possibile film che le vedrebbe tutte coinvolte. Da quello che Geppi Cucciari definisce come un ‘vaginodromo’, si fa un salto temporale nella Roma degli anni ’70. Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella (Jasmine Trinca) sono due sorelle proprietarie della sartoria Canova (possibile riferimento alla sartoria Tirelli di Roma o alle sorelle Fontana), all’interno della quale tantissime donne e ragazze lavorano ore e ore alla produzione di abiti per spettacoli teatrali e film.
L’arrivo della costumista Premio Oscar Bianca Vega (Vanessa Scalera) mette in subbuglio tutta la sartoria Canova, mostrando alle sarte dei bozzetti audaci realizzati per personaggi del Settecento. A mettere in crisi la tranquillità dell’atelier è la produzione di un abito che la famosa attrice Sofia Volpi (Kasia Smutniak) dovrà indossare per la scena finale. La spasmodica ricerca della perfezione per quest’abito si fonde con la vita privata delle lavoratrici, pronte a fare anche le ore piccole per realizzare l’abito perfetto. In tutto questo, Alberta dovrà fare i conti con un uomo del passato, Leonardo Cavani (Carmine Recano) giunto nello studio Canova con l’intento di investire nella loro realtà professionale.
Tra chi è alle prese con difficoltà familiari, violenze domestiche, relazioni segrete con ragazzi più giovani, chi vive sola con il proprio figlio e chi una figlia l’ha persa, quando si varcano le porte della sartoria tutto il mondo resta fuori. Il rapporto di sorellanza, di condivisione e supporto che alberga nell’amicizia tra queste donne è quanto di più bello si possa desiderare nella vita. Se i luoghi comuni dicono che le nemiche delle donne sono le donne stesse, ci pensa Diamanti di Ferzan Ozpetek a ribaltare questo pensiero.
Diamanti: la recensione del film di Ferzan Ozpetek
Il film Diamanti con le sue diciotto attrici, ognuna protagonista a suo modo, offre uno sguardo sul mondo femminile fatto di battute, anche piccanti, di momenti di solidarietà, di rivalsa e di resilienza. Già dai primi secondi, si può facilmente dedurre che questo film è qualcosa di diverso, di mai mostrato nella filmografia di Ozpetek.
La consapevolezza che essere donna negli anni ’70 fosse difficile quanto ai giorni nostri, offre un’occhiata malinconica sulla realtà ma conserva la speranza che un giorno si possa vivere meglio. Alberta e Gabriella sono due donne che si sono fatte da sole, che hanno deciso di crearsi una nuova strada professionale che in breve tempo è diventata un punto di riferimento nel mondo della sartoria artistica italiana e internazionale.
Mentre Alberta si mostra rigida, autoritaria e stacanovista, la sorella minore invece si presenta più dimessa, silenziosa e con un velo sugli occhi che è sintomatico di chi ha un dolore nell’anima e fatica ancora ad accettarlo. In un mondo maschile, Alberta cerca di essere un faro per la sorella e le sue sarte, sempre pronta a soddisfare ogni tipo di richiesta avanzata dagli artisti.
Tuttavia, questo non la rende immune al dolore e infatti piano piano capiremo che un amore naufragato prima ancora di poterlo vivere, le ha spezzato il cuore creando una cicatrice mai rimarginata. Elegante, charmant e responsabile, Alberta non perde occasione per proteggere le sue ragazze, aiutandole senza remore, sebbene i suoi sentimenti vengano spesso nascosti da un carattere freddo e imperturbabile.
Le new entry alla corte di Ferzan Ozpetek
La presenza di Mara Venier nel ruolo di Silvana è quanto di più simile a quello dell’abbraccio di una mamma. Lei è quel porto sicuro nel quale tutte si rifugiano quando hanno bisogno di essere aiutate. Lei c’è sempre, con i suoi sorrisi, la sua dolcezza nella voce, negli abbracci e nei manicaretti che prepara pre tutti sempre con tanto amore. Le immancabili polpette e le lunghe tavolate alla Ozpetek ricche di cibo, permettono ancora una volta allo spettatore di sentirsi parte integrante del film.
Il personaggio di Fausta interpretato da Geppi Cucciari è l’amica che tutti vorremmo avere, quella pronta ad aiutarti, a sporcarsi le mani per proteggerti, a vigilare su di te per capire se hai bisogno di essere salvata o meno. Lei è quella sfacciata, intraprendente anche con gli uomini, ma al tempo stesso è quella che non rinuncerebbe per nulla al mondo alla sua libertà. Fausta sa cosa vuol dire soffrire e ha deciso di mettere in pratica una delle perle dette da Silvana:“nella vita bisogna reagire, non bisogna abbozzare”.
La meravigliosa voce di Giorgia e non solo…
La musica nei film del regista Ferzan Ozpetek è da sempre un valore aggiunto, in tutte le sue opere. Una menzione speciale va ovviamente a brani come ‘Mi sei scoppiato dentro al cuore’ e ‘L’amore vero’ di Mina insieme alla canzone ‘Gli occhi dell’amore’ di Patty Pravo, entrambe amiche del regista e icone musicali. In questo film, è impossibile non soffermarsi sul connubio ritrovato tra Ozpetek e la cantante romana Giorgia.
A distanza di oltre 20 anni da ‘Gocce di memoria’ per La Finestra Di Fronte, ha prestato la sua voce per la colonna sonora di questo Diamanti, che è riuscita a incantare il pubblico in sala durante i titoli di coda del film, mentre la melodia scorre in parallelo alle foto scattate durante le riprese. Con l’omonimo brano ‘Diamanti’ mette in luce l’importanza dell’amore nella vita di queste donne che cercano di sopravvivere alle difficoltà del destino, sempre pronte a donare amore e protezione a chi ha bisogno di loro.
Una strofa molto interessante è “e il riflesso di noi negli occhi di un bambino che il destino ancora non ha”, un chiaro riferimento al piccolo Simone, nome molto caro al regista. Nel film è il figlio di Paolina, nato dalla relazione con un ingegnere turco di dubbia onestà, che si trova a trascorrere i suoi pomeriggi nascondendosi nella stanza dei bottoni e spiando con i suoi grandi occhi marroni i momenti di debolezza, di ira e di grande amore del gruppo, come quello che Silvana prova nel prendersi cura di lui mentre la madre sta lavorando alla macchina da cucire. Sentirsi amato e circondato da donne è quello che lo formerà più di ogni altra cosa e che sicuramente lo porterà ad amarle in età adulta.
La struttura dei diamanti nella chimica di Ozpetek
La scelta del titolo Diamanti oltre a pensare alla bellezza delle donne come la famosa gemma preziosa, è forse troppo banale. Probabilmente è necessario scavare letteralmente nella terra per comprendere la chimica creata da Ferzan Ozpetek nel suo film. Questi minerali che sono soliti formarsi ad alta pressione, possono essere paragonati facilmente alle donne di tutte le età, per il loro modo di venire fuori dalle situazioni nonostante le mille pressioni che le circondano.
Come viene spiegato dai chimici di tutto il mondo, il diamante è composto da atomi di carbonio e per ognuno di questi atomi ce ne sono altri quattro. Questi vanno a formare quello che viene chiamato tetraedro. Mentre il legame chimico che unisce gli atomi viene definito con il termine ‘covalente’ ed è colui che permette ai diamanti di essere considerati come il minerale più duro in assoluto.
Le donne di Ozpetek nel film dimostrano quanto sia importante l’unione, il sostegno e l’aiuto che ognuna di loro ha bisogno per sopravvivere, a prescindere dall’estrazione sociale.