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In sala dal 29 febbraio 2024, distribuito da The Walt Disney Company Italia, Estranei di Andrew Haigh è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Taichi Yamada. Con un poker di attori senza precedenti:Andrew Scott, Paul Mescal, Claire Foy e Jamie Bell.
Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival e passato anche per il Festival di Roma, grazie ad Alice nella Città, Estranei tratta temi importanti e complessi. Dalla solitudine all’elaborazione del lutto, dalla morte all’amore, la narrazione si compone di tanti tasselli, ciascuno dei quali pregno di emozioni e sentimenti.
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Il nuovo lavoro firmato da Andrew Haigh possiede l’intensità tipica delle grandi opere artistiche, quelle al cui cospetto capita di provare una sensazione di catarsi o di epifania. Non è infatti possibile rimanere indifferenti alla visione; se ne viene inevitabilmente toccati, nel profondo e a lungo.
La base letteraria sulla quale la pellicola poggia appare solida, strutturata, ma il cineasta britannico non vi attinge completamente, andando a prendere ciò che gli preme di più. Il suo racconto, in qualche modo, lo rappresenta e lo identifica, raggiungendo punte di poesia incredibili. Ne è un esempio lampante la scena finale, sulle struggenti note di The Power of Love dei Frankie Goes to Hollywood.
Grande (e incomprensibile) escluso agli Oscar 2024, Estranei può inoltre contare su un cast dalle interpretazioni magistrali. Andrew Scott e Paul Mescal formano una coppia credibile e armoniosa – fuori e dentro lo schermo (sbirciare Instagram per averne un’idea) – mentre Claire Foy e Jamie Bell superano le aspettative e forniscono una “spalla” eccezionale.
Estranei | La trama del film con Andrew Scott e Paul Mescal
Adam (Scott) lavora come sceneggiatore e vive in un di quei palazzoni della periferia londinese un po’ asettici. L’incontro con un bel vicino, Henry (Mescal), innesca in lui qualcosa di inatteso: curiosità, desiderio, cambiamenti. Dopo averlo osservato per un po’, decide di andare a conoscerlo. Sarà l’inizio di una relazione determinante e rinnovante.
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Nel frattempo, Adam torna nella casa in cui ha trascorso l’infanzia, prima che un incidente lo costringesse a trasferirsi a Dublino con la nonna materna. Molti anni prima, infatti, i genitori hanno perso la vita, lasciandolo solo a 12 anni. A distanza di così tanto tempo, e fattosi ormai uomo, Adam ritrova i suoi ad attenderlo sull’uscio della porta.
La potenza intrinseca della narrazione
Il tema dell’elaborazione del lutto è stato ampiamente affrontato dal cinema, per cui nessuna novità nel trovarlo sviluppato, nella pellicola, in questo modo. Ciò che rende, però, assolutamente imperdibile Estranei è la potenza intrinseca della narrazione. La scrittura centellina le emozioni, le dosa, cosicché, nel momento della loro manifestazione, esse raggiungano il massimo dell’effetto.
Lo sguardo della macchina da presa, la scelta di determinate inquadrature, con l’accompagnamento musicale, seguono il medesimo percorso. L’obiettivo è semplice e comune: far sì che avvenga una vera e propra esplosione, derivata dall’implosione precedente. Adam, non a caso, appare un uomo che tiene tutto dentro, al quale capita un evento inimmaginabile, forse proprio per questo motivo. Quando la barriera viene aperta, nulla può più trattenerla.
Ecco, allora, che l’arrivo di Henry rientra nella dinamica, spingendo il protagonista a scoprire, a svelare, qualcosa su di sè e sui suoi reali desideri, che troppo a lungo teneva celati. La sofferenza, il dolore, si fa, per così dire, cauterizzante, necessario alla guarigione e liberatorio. Estranei arriva lì dove tante altre opere non riescono, e lo fa con una naturalezza, un’eleganza e un’intensità straordinarie e indelebili.