Disponibile dall’8 aprile 2022 su Prime Video, La cena delle spie (All the old knives) è una spy-story con Chris Pine e Thandiwe Newton, basato sull’omonimo romanzo di Olen Steinhauer. Debitore alle tante e notevoli pellicole appartenenti al genere, il lungometraggio firmato dal danese Janus Metz (Borg McEnroe) non cattura l’attenzione come dovrebbe. Solo nel finale arriva il colpo di scena, ma non è abbastanza.
La cena delle spie | La trama
2020, Henry Pelham (Pine) è un agente della CIA pronto ad accettare un incarico alquanto scomodo. Otto anni prima, nel 2012, durante un attentato su un volo di linea della Turkish Airlines, quattro terroristi uccisero tutte le persone a bordo. 120 ostaggi, a cui appartenevano altrettante anime, che non abbanoderanno mai più gli agenti a cui era stato affidato il compito di risolvere la situazione. Tra questi, lo stesso Henry e Celia Harrison (Newton), all’epoca impegnati in una relazione sentimentale.
A distanza di quasi un decennio però, emergono alcune prove, secondo le quali una talpa all’interno dell’agenzia avrebbe condizionato l’esito della missione. Spetterà a Henry (ri)mettere insieme le tessere del puzzle e scoprire il responsabile di una simile tragedia.
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Tra sensi di colpa e sentimenti profondi
I protagonisti del film vivono con un terribile peso sulle spalle. Senso di colpa, rimpianti, sofferenza, hanno in qualche modo caratterizzato la loro esistenza dal giorno dell’attentato. Per quanto entrambi abbiano cercato di costruire una quotidianità “normale”, ciò che è accaduto li ha segnati per sempre, irrimediabilmente. Non a caso, uno dei loro ex compagni d’arme è addirittura arrivato a togliersi la vita. Mentre gli incubi continuano a tormentare i loro sonni.
Quando Henry e Celia hanno l’occasione di ritrovarsi, dietro il tavolo di un ristorante – da qui il titolo La cena delle spie – è come se qualcosa si sciogliesse, i nodi che un tempo li tenevano insieme. Colleghi, amanti, innamorati. Il sentimento, nato forse per caso, è diventato via via più forte, non indissolubile, ma comunque capace di causare ferite profonde.
Lo stile funziona, ma lo spionaggio richiede anche altro
L’attentato rappresenta un vero e proprio spartiacque. Esiste un prima ed esiste un dopo: Henry e Celia sono oggi due persone differenti rispetto al passato, eppure l’amore non sembra essere diminuito, ma solo sopito per otto lunghi anni.
La pellicola si sviluppa così, tra conversazioni superficiali e ricordi indelebili – vissuti grazie ai numerosi flashback – in attesa che il clou si riveli. Purtroppo la tensione non decolla mai sufficientemente e, considerando che siamo dinanzi a una spy story, la cosa penalizza di non poco il progetto.
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Dal punto di vista stilistico invece, le suggestioni funzionano: non solo rendono quell’atmosfera tipica del genere, ma sfumano anche nella storia d’amore, donandole una pregevole caratterizzazione e profondità. Giusta, in tal senso, la scelta del casting, che ha messo, per la prima volta sullo schermo insieme, Pine e la Newton.