Disponibile dal 18 novembre 2022 su Netflix e diretto da Francis Lawrence, Slumberland è una favola straordinariamente riuscita, in grado di intrattenere ed emozionare con la stessa facilità. Facilità che non si traduce in faciloneria, e che anzi se ne distacca nel modo più assoluto.
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Jason Momoa e Chris O’Dowd ne sono i protagonisti, affiancati dalla sorprendente e giovanissima Marlow Barkley. La pellicola è basata sulla striscia a fumetti dal titolo Little Nemo in Slumberland (tradotto in Italia dapprima come Bubi nel Paese del dormiveglia e successivamente abbreviato in Little Nemo).
Slumberland | La trama del film con Jason Momoa
Nemo (Barkley) vive sola con il papà, Peter (Kyle Chandler), guardiano del faro e abile narratore. Ogni sera, infatti, racconta una storia alla figlia per farla addormentare. I sogni di Nemo appaiono vividi e si aggrappano alle parole ascoltate dal genitore. Una notte, la ragazzina presagisce qualcosa di terribile e viene risvegliata dalla tragedia. Peter è disperso in mare, per cui è costretta a trasferirsi a casa dello zio, Philip (O’Dowd), e a iniziare una nuova vita.
L’inserimento a scuola e la comunicazione con colui che le fa da tutore faticano a ingranare. Ma, nei sogni, incontra qualcuno che potrebbe aiutarla a rivedere il padre: si chiama Flip (Momoa) e ha delle maestose corna ricurve. Insieme, i due tenteranno di portare a termine una missione ai limiti dell’incredibile.
Sogni e simbolismi per uno dei film Netflix più interessanti
All’interno del palinsesto Netflix, Slumberland si rivela una delle proposte più interessanti, originali e imperdibili. Scegliendo un genere quale il fantasy e utilizzandone le migliori suggestioni, affronta tematiche complesse e riesce a trasmettere messaggi non trascurabili. L’elaborazione del lutto e della perdita è al centro della storia, sebbene non la monopolizzi.
A metà strada tra Inkheart, Inception e Alice nel Paese delle Meraviglie, la pellicola sembra agire come un sortilegio e trasporta lo spettatore in un universo strabiliante. A livello visivo, innanzitutto, anche perché Lawrence è un grande esperto nell’adattamento di immaginari (letterari e non solo).
Ma la forza e la particolarità del progetto vanno rintracciate nei simbolismi insiti nel racconto. Il viaggio intrapreso da Nemo ha dell’emblematico, oltre che del meraviglioso. E basta veramente poco per rendersene conto. Superato il primo e più superficiale approccio, sparsi qui e lì si incontrano moniti di ciò che popola l’inconscio, i sogni e i desideri. Slumberland regala così un’esperienza rara, eccezionale e arricchente.
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Come Jason Momoa contribuisce alla buona riuscita di Slumberland
Buona parte del merito la si deve, ovviamente, alla sceneggiatura firmata da David Guion eMichael Handelman, in grado di mescolare agilmente (e intelligentemente) tutta una serie di spunti e di legarli tra loro. Tra ironia, dramma e fantasia, ne viene fuori una linea narrativa accattivante e fruibile da qualsiasi pubblico. L’immaginazione vola a quote altissime, ma non è mai completamente distaccata dalla realtà che la produce. Di modo che, ogni sogno o incubo, dica qualcosa della personalità del dormiente, lo identifichi e ne sveli, persino, aspirazioni nascoste.
Per quanto riguarda, infine, il vivacissimo cast, una lode a parte la meritano Momoa, mai così divertito e divertente, e la quattordicenne Barkley, di una purezza commovente. Fanno da imprescindibile contraltare, Chandler e O’Dowd, figure paterne e punti di riferimento differenti, ma, ciascuno a suo modo, capaci di riempire la scena.