Reduce dal recente successo di M-Il Figlio del Secolo, Luca Marinelli ora sarà anche un personaggio virtuale nel gioco Death Stranding 2: On the Beach. Ma ricordiamo alcuni dei suoi ruoli memorabili fino a oggi.
Online è uscito il trailer della nuova versione del videogioco creato nel 2019 da Hideo Kojima e tra i personaggi c’è Neil che ha un aspetto familiare per il pubblico italiano. Infatti le sembianze sono ispirate a Luca Marinelli, attore italiano in continua ascesa che alterna il suo talento tra cinema e serie tv.
Altre star hanno prestato il loro aspetto Death Stranding come Norman Reedus, Léa Seydoux, Elle Fanning, e il regista George Miller. Ora tocca anche all’Italia e per l’occasione è stato scelto l’interprete intenso e ammirato per ogni suo lavoro, Marinelli. NewsCinema lo ha incontrato a febbraio 2025 alla Berlinale dove ha presentato il film Paternal Leave diretto dalla moglie tedesca Alissa Jung, qui potete recuperare l’intervista. Ma con l’occasione ricordiamo alcuni ruoli tra i più belli di Luca Marinelli fino a oggi.
Martin Eden – Pietro Marcello
L’adattamento cinematografico di Martin Eden diretto da Pietro Marcello trasla la narrazione dalla California a Napoli, cambiando radicalmente il contesto nel quale la storia scritta da Jack London si evolve. L’Italia non ha la cultura della marineria che invece c’è in America, quel mito della prima metà del ‘900 per cui imbarcarsi voleva dire vivere davvero. Andare per mare non era solo una necessità (per la guerra o per esigenza economica) ma un modo di esprimere la propria libertà e di conoscere il mondo.
Marinelli è bravissimo nel mettere in scena il cambiamento di Eden, che nel film è più radicale rispetto al romanzo di London dal momento che Marcello lo rimarca attraverso ellissi narrative (che di fatto rimuovono il progressivo mutamento di sensibilità) e modificazioni nelle immagini.
Trust – Danny Boyle
Luca Marinelli un credit internazionale lo aveva già prima di comparire nel film The Old Guard al fianco di Charlize Theron per Netflix. Aveva infatti un bel ruolo in Trust, la serie di Danny Boyle sul rapimento Getty. Chi l’ha vista sa che non solo non era un ruolo piccolo (interpretava uno dei rapitori calabresi) ma era probabilmente il migliore della serie.
Marinelli che fa Marinelli, distribuisce a piene mani coolness all’americana, lavora di fino su dialetto e movimenti, crea un personaggio che si crede molto fico ed ha sia i tratti arroganti del bandito sia quelli umani.
Una questione privata – Fratelli Taviani

I fratelli Taviani si confrontano con il capolavoro di Fenoglio. Luca Marinelli interpreta il partigiano Milton nel momento in cui fa ritorno alla villa dove ha conosciuto l’amata Fulvia. Il ragazzo sospetta che fra lei e il suo migliore amico Giorgio, anche lui combattente, possa essere nata una storia d’amore.
Milton intraprende così un viaggio attraverso la nebbia delle Langhe per ricevere un chiarimento da Giorgio. Un percorso di conoscenza di se stesso reso in maniera magnifica su schermo attraverso il rumore delle foglie sotto le scarpe e il fruscio del vento.
Lo chiamavano Jeeg Robot – Gabriele Mainetti
Lo Zingaro, ormai celebre villain interpretato da Marinelli nel film Lo chiamavano Jeeg Robot, è diventato nel giro di pochissimo tempo un personaggio amatissimo dai fan, merito della scrittura e della meravigliosa caratterizzazione datagli da un attore in stato di grazia.
Marinelli, per interpretare lo Zingaro, si ispirò ad uno dei più grandi classici del cinema americano, Il Silenzio degli Innocenti. Marinelli prese infatti ispirazione dal personaggio di Buffalo Bill, lo spietato killer che scuoiava le sue giovani vittime per costruirsi un abito di pelle di donna, per dare al suo Fabio Cannizzaro quel tocco in più che lo ha reso indimenticabile.
Non essere cattivo – Claudio Caligari

È il film che ha lanciato definitivamente Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Il film si svolge ad Ostia, nel 1995. Vittorio e Cesare sono due giovani delle borgate romane, si conoscono da sempre e non sono semplici amici, ma il loro rapporto è più vicino a quello che unisce due fratelli.
Entrambi si dedicano coi loro conoscenti a varie attività illegali nonché al consumo e allo spaccio di stupefacenti, rifiutando la vita da operai e cercando nella droga una via di fuga dai problemi della vita: Cesare, in particolare, vive con la madre e con la nipote Debora, figlia della sorella deceduta a causa dell’Aids e malata lei stessa. Una sera Vittorio, dopo aver assunto una importante quantità di stupefacenti e in preda alle allucinazioni, decide di cambiare vita, trovando lavoro in un cantiere e cercando di coinvolgere anche Cesare in modo da salvarlo da se stesso.