Il fidanzato di mia sorella, la recensione della commedia di Tom Vaughan

Il 22 Luglio arriva nelle sale italiane, Il Fidanzato di Mia Sorella, la nuova commedia diretta da Tom Vaughan. Il regista di Misure Straordinarie e Notte brava a Las Vegas non ha mai conquistato del tutto critica e pubblico confezionando film sempre alquanto mediocri. Anche questa volta, nonostante un cast notevole che comprende Pierce Brosnan, Salma Hayek e Jessica Alba, il risultato è una commedia poco originale penalizzata soprattutto dalla debole sceneggiatura di Matthew Newman.

fidRichard Haig è un brillante professore di Cambridge con una passione per la poesia romantica e le belle donne. Seguendo l’esempio del padre, inguaribile playboy con diversi matrimoni alle spalle, Richard è un uomo adulto che non ha mai avuto una relazione seria e solida con una donna. La storia con la giovane studentessa americana, Kate, tuttavia, sembra durare più della media fino a quando la ragazza non rimane incinta e Richard si trova davanti ad una decisione che cambierà la sua vita per sempre. Dalla umida e uggiosa Inghilterra si trasferisce a Los Angeles e cerca di mettere la testa a posto, ma questa storia d’amore comincia a vacillare e l’entrata in scena della sensuale ed eccentrica sorella di Kate, non facilita la situazione.

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Abbandonati ormai da tempo i panni dell’attraente James Bond, Pierce Brosnan colleziona commedie una dietro l’altra, interpretando personaggi interessanti con una discreta carica di ironia e goliardia. Ne Il Fidanzato di mia Sorella, egli è un uomo maturo allergico ai legami e con un debole per il sesso femminile, che in seguito agli eventi che lo travolgono, comincia a cambiare direzione verso una sorta di redenzione esistenziale. Vicino a lui due donne bellissime, Salma Hayek e Jessica Alba, che completano un cast brillante e carismatico, imbrigliato tuttavia da una sceneggiatura ricca di punti deboli e chiaramente confusa. Vaughan non sembra avere le idee chiare sul registro stilistico da adottare e sul genere del suo film. Se per una buona prima parte siamo immersi in una commedia leggera, scontata e spensierata, nella seconda si introducono elementi drammatici che restano slegati dal resto della trama e fanno piombare lo spettatore in un caos superfluo che trascina l’intero film nell’oblio. Non mancano alcune situazioni esilaranti e il confronto tra Pierce Brosnan e Malcolm McDowell regala ritmo al film, laddove la narrazione affoga nella banalità e nel facile moralismo. Il continuo gioco delle differenze tra inglesi e americani funziona e dona un carattere comico delicato e brillante alla struttura narrativa, ma non basta per rendere Il Fidanzato di mia Sorella una commedia riuscita e ben costruita.

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