Abbiamo visto in occasione della sesta edizione del Roma Fiction Fest una delle serie più accattivanti, innovative e dure del panorama televisivo odierno: Black Mirror. Creata da Charlie Brooker e suddivisa in tre episodi autoconclusivi Black Mirror risulta essere un interessante miscela tra il leggendario Ai confini della realtà e Il brivido dell’imprevisto con una infarinatura di analisi sui problemi della nostra contemporaneità. Il primo episodio della serie, intitolato The National Anthem, è un intrigante thriller politico che narra la storia del Primo Ministro Michael Callow, un uomo trovatosi improvvisamente a fronteggiare un crudele ricatto da parte di un misterioso individuo: se non accetterà di avere un rapporto sessuale con un maiale in diretta televisiva su tutte le televisioni nazionali la principessa Susanna della Famiglia Reale verrà giustiziata. Dopo aver cercato in tutti i modi di ovviare alla richiesta del rapitore, Callowe si troverà a prendere la decisione più difficile della sua vita, salvare la vita di una giovane donna o perdere una volta e per tutte la sua dignità di uomo e politico.
Il primo episodio di Black Mirror è un piccolo capolavoro del genere televisivo. Oltre ad essere diretto e interpretato con una maestria e originalità fuori dal comune, The National Anthem tratta un tema talmente vicino alla quotidianità da sollevare nello spettatore numerosi dubbi. Dove ci ha portato la tecnologia e soprattutto dove ci porterà? E’ mai plausibile che il dolore e la sofferenza di un uomo che sacrifica la sua dignità davanti a tutto il mondo diventi un momento di scherno e derisione da parte del pubblico? Otto Bathurst con una attenzione maniacale al dettaglio, alle musiche e alle performance dei vari attori ci permette di precipitare nella insanità di una richiesta folle e di comprendere la difficoltà di prendere una decisione pubblica. Alla fine dell’episodio non si capisce fino in fondo da che cosa dipenda la decisione del Ministro, se dal voler salvare la giovane ragazza o dalla semplice (nonché meschina) paura di perdere il sostegno politico. In conclusione The National Anthem è una vera e propria perla del genere televisivo che in quanto ad originalità, sensazioni ed emozioni non ha eguali. Qualora voleste perdervi in una trattazione mai vista dei problemi derivanti dalla tecnologia, dai social network e dalle attuali fonti di informazione non lasciatevi scappare questo attesissimo The National Anthem, il primo episodio di una serie di cui sentiremo sicuramente un gran parlare.