Roma Fiction Fest 2015: Versailles, il mito di Luigi XIV tra storia e modernità
Tra gli ospiti più attesi della nona edizione del Roma Fiction Fest c’erano sicuramente Jalil Lespert e George Blagden, il regista e l’interprete principale di una delle serie più ambiziose dell’anno: Versailles. Prodotta da Canal+ e presentata come un mix tra Versailles e i Soprano, lo show racconta in dieci episodi il mito di Luigi XIV, il terzo re di Francia e di Navarra, ricordato dalla storia e dal cinema come il Re Sole. La serie parte nel 1667 quando Luigi XIV (George Blagden) a soli ventotto anni commissiona Versailles, la celebre reggia divenuta col tempo il simbolo del potere francese: Versailles era il luogo ideale per costruire il suo potere – ha affermato il regista Jalil Lespert – Luigi XIV era un genio della comunicazione, sapeva perfettamente come diventare potente. Ci siamo informati molto prima di lanciarci in questa avventura. Inoltre abbiamo creato qualcosa di irriverente, shakesperiano e thriller. Versailles ripete la formula di successo di altri grandi show in costume come I Tudors e I Borgia; tornano infatti la colonna sonora ultra-moderna e dominata da influenze elettroniche (gli M83 hanno firmato la sigla), l’esasperazione della violenza e delle nudità e il fascino di protagonisti tanto sensuali quanto oscuri: È un uomo fragile che si sta riprendendo dalla morte della madre – ha dichiarato George Blagden, conosciuto dal pubblico mondiale per il ruolo di Athelstan in Vikings – nelle 10 ore di Versailles raccontiamo 4 anni della sua vita, la sua crescita da ragazzo a uomo. Girare questo telefilm è una grandissima opportunità. Solitamente le produzioni scelgono attori più maturi per interpretare queste parti, sono molto felice che abbiano deciso di rischiare con me. Inoltre il telefilm è il frutto di una ricerca molto accurata. Prima di iniziare le riprese ho scoperto gli usi e i costumi dell’epoca e ho raccolto tantissime informazioni. Lo show-runner è riuscito a dare forma al periodo di Luigi XIV e a sviluppare allo stesso tempo un’opera artistica e reale.
Tra gli aspetti più riusciti di Versailles ci sono anche il make-up e gli splendidi costumi che, abbandonando la cipria e le parrucche delle passate rappresentazioni cinematografiche, danno un tocco moderno ai personaggi e alla storia: Abbiamo rispettato il nostro patrimonio storico, riprendendo stili e motivi dell’epoca ma abbiamo avuto anche la libertà di reinterpretare i costumi – ha rivelato Lespert – spesso Luigi XIV viene rappresentato con la parrucca e la cipria ma noi abbiamo deciso di alleggerire il tutto. Dopotutto non dimentichiamo che Luigi XIV ha lanciato la moda dei capelli lunghi. Infine un altro elemento caratterizzante la serie è la furbizia. La miscela di elementi classici e moderni, già utilizzata da Sofia Coppola nell’incompreso Marie Antoinette, è perfetta per raccontare la nascita di uno dei sovrani più affascinanti e potenti della storia francese: Ho capito l’importanza del progetto quando all’aeroporto sono andato in bagno e ho visto le pareti piene di poster di questo sovrano – ha concluso Blagden – è come se fosse un brand, lì mi sono reso conto della responsabilità di interpretare Luigi XIV.
Versailles ha debuttato in autunno su Canal+.
SPOT TV