Negli anni Novanta l’entertainment horror sembra destinato a cadere nel dimenticatoio. Le idee, come i brividi lungo la schiena, scarseggiano e autori del calibro di John Carpenter e Dario Argento peccano di banalità. Dall’unione di Kevin Williamson (l’autore di So cosa hai fatto e The Faculty) e Wes Craven (il padre di Freddy Krueger e Le colline hanno gli occhi) nasce il 20 dicembre 1996 Scream, il teen horror con Neve Campbell e Drew Barrymore che incassa centosettanta milioni di dollari worldwide. Un capolavoro che, ribaltando le dinamiche di un classico horror come Halloween, segna la rivoluzione meta-cinematografica del genere.
Nella tranquilla Woodsboro un serial killer mascherato da L’urlo di Munch perseguita una teenager e i suoi amici con quiz terrificanti e omicidi plurimi. Il mistero è scoprire chi si celi dietro la maschera di Ghostface perché, secondo le regole di Randy, “sono tutti sospettati”.
La formula vince e convince, il pubblico impazzisce e l’horror rinasce attraverso una lunga serie di thriller che non hanno l’impatto di Scream. Un cult di cui celebriamo il ventennale riscoprendo quei punti di forza che, ancora oggi, ci fanno urlare al capolavoro:
1. Psycho 2.0
Ci sono sequenze, come la morte di Johnny Depp in Nightmare e l’omicidio di Janet Leigh in Psycho, che rimangono impresse nell’immaginario del brivido. Wes Craven, ripetendo le inquietudini e i lampi di genio di Alfred Hitchcock, realizza una delle scene-simbolo del cinema horror: l’omicidio di Casey Becker tra i quiz meta-cinematografici su Halloween e Venerdì 13. Un ruolo che Drew Barrymore accetta per sconvolgere il pubblico con la morte-shock di Casey a dodici minuti dall’inizio del film.
Lo Psycho 2.0 del cinema horror è l’urlo a ultrasuoni della madre di Casey, spettatrice inerme della violenta impiccagione della figlia. Una sequenza che ferisce, stupisce ed emoziona a venti anni dal primo grido nei cinema americani.
2. È un’auto-parodia
Nel 2000 esce nei cinema americani Scary Movie, la comedy-horror dei fratelli Wayans costruita sui teen horror del momento, da Scream e Il sesto senso a The Blair Witch Project e Final Destination. La pellicola demenziale con Anna Faris si fa beffe di Scream attraverso la riproposizione di sequenze storiche (dal già citato prologo all’epico finale) e la caratterizzazione dei personaggi principali, in primis Cindy Campbell, costruita sulla Sidney Prescott di Neve Campbell, e Doofy sul goffo Linus.
Il film riscuote uno straordinario successo di pubblico ma l’effetto déjà-vu è dietro l’angolo: Scream, attraverso l’omaggio al cinema di genere, è un’auto-parodia. Il cinefilo Randy elenca una serie di regole (“Non rispondere al telefono, non aprire la porta, non provare a scappare, non urlare“) trasgredite dai protagonisti, vittime consapevoli di un destino già scritto. L’ironia di Scream vede Casey Becker criticare la saga di Nightmare (“Il primo era bello gli altri facevano schifo”), Tatum Riley citare un bravo regista di nome Wes Carpenter e Wes Craven vestire i panni di un bidello con il look di Freddy Krueger.
L’auto-parodia di Scream (clicca qui per acquistare la trilogia in blu-ray) è più audace e divertente delle trivialità di Scary Movie, la comedy che ironizza su un capolavoro che non si è mai preso sul serio.
3. Un cast di Scream Queens
Il poster di Scream parla chiaro. Drew Barrymore, tra gli emergenti Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette e Rose McGowan, è la star del cult di Wes Craven. Dopo lo straordinario successo della pellicola, le vittime di Ghostface diventano icone dell’entertainment, tra horror di culto e serie tv. Courteney Cox, interpretando Monica Geller in Friends, rientra tra le attrici più pagate di sempre. Rose McGowan, dopo la malaugurata idea di incastrarsi nella saracinesca di un garage in Scream, lavora in Grindhouse di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, Conan the Barbarian e la serie tv di Ryan Murphy Nip/Tuck. L’unica a risentire (negativamente) il peso di Scream è Neve Campbell che, dopo la comedy Appuntamento a tre e il thriller Sex Crimes, resta relegata nel ruolo di Sidney Prescott.
Nei successivi tre capitoli ritroviamo tanti volti noti dell’entertainment, da Jada Pinkett e Omar Epps a Hayden Panettiere ed Emma Roberts, la protagonista del nuovo show di Ryan Murphy, Scream Queens. Un omaggio alle regine dell’urlo interpretato da Jamie Lee Curtis, l’indimenticabile Laurie Strode di Halloween.
4. Le sequenze-simbolo
Oltre all’iconico prologo di Scream, la quadrilogia di Wes Craven regala alcuni dei più straordinari momenti dell’horror contemporaneo. Tra le sequenze-simbolo ricordiamo l’inizio di Scream 2 dove Jada Pinkett e Omar Epps da spettatori di Stab (il film nel film diretto da Robert Rodriguez e interpretato da Heather Graham) diventano vittime di Ghostface, la morte di Cotton Weary in Scream 3 e il prologo di Scream 4 che ci catapulta in una spirale di sequel tra l’omaggio e l’auto-parodia. Ma citarle tutte è impossibile!
Scream ci terrorizza con il graffiante omicidio di Cici (Sarah Michelle Gellar), la sanguinolenta morte di Randy (Jamie Kennedy) e lo scioccante epilogo del preside Arthur Himbry (Henry Winkler). Un tripudio di tensione e gore che, di capitolo in capitolo, scrive la storia del cinema di genere.
5. La nascita di un franchise
Nel 1996 Scream, consacrando Wes Craven tra i maestri dell’horror, dà vita a un franchise che conquista milioni di persone in tutto il mondo. Sulla scia del cult con Neve Campbell escono So cosa hai fatto, Urban Legend, Final Destination e Valentine, gli ultimi brividi prima della mockumentary-mania. Abbandonata l’ipotesi del quinto capitolo per i discreti, ma non esaltanti, incassi di Scream 4 il franchise si evolve in serie tv con una nuova storia, un nuovo cast e una nuova maschera (clicca qui per acquistare l’action-figure di Ghostface). I fan dell’originale storcono il naso ma lo show targato MTV dimostra quanto il franchise di Wes Craven, tra social networks e smartphone, sia al passo con i tempi.
Tra brividi e nostalgia, Scream è una delle più brillanti lezioni sulla paura di Wes Craven. Il regista divenuto mito con Freddy Krueger e leggenda con Ghostface. Icone di un cinema horror che, a venti anni dal primo indimenticabile urlo di Casey, ci manca terribilmente.