In occasione della conferenza stampa di presentazione del BiograFilm Festival abbiamo avuto l’immenso piacere di assistere alla proiezione in anteprima del film che aprirà la nona edizione del festival bolognese, Searching for Sugar Man, del regista esordiente Malik Bendjelloul. Se questo è solo l’inizio il programma di quest’anno regalerà davvero delle belle sorprese. Dopo aver ottenuto il Premio della giuria e del pubblico al Sundance Film Festival e il Premio del pubblico al Los Angeles Film Festival, questo documentario realizzato con l’Iphone si è portato a casa perfino un meritatissimo Oscar come Miglior Documentario lo scorso febbraio. Gli americani sono arrivati un po’ in ritardo, ma alla fine si sono resi conto dell’enorme talento dell’ artista della musica Sixto Rodriguez, scoperto in un angolo di un bar di Detroit e con una carriera attraversata da un successo davvero insolito. Dopo aver inciso i suoi primi album, Rodriguez non riesce a decollare in America, nessuno sembra riconoscere il suo talento all’infuori dei discografici che lo hanno scoperto e sono sicurissimi di aver trovato il nuovo profeta della musica, con uno stile alla Bob Dylan o migliore.
Tuttavia i suoi dischi non vendono e il giovane vagabondo di Detroit si ritira dalle scene e torna a fare l’operaio, dedicandosi alla musica solo nel tempo libero. Quello che lui e i suoi produttori non sanno però è che, nel Sud Africa diviso dall’Apartheid, Rodriguez non è semplicemente popolare, ma è una vera e propria celebrità, vende milioni di album e la gente di ogni generazione è pazza della sua musica. Un alone di mistero circonda la sua figura per molti anni e i suoi fans di Città del Capo lo credono morto e nascono delle leggende su come si è tolto la vita sul palco o come si è sparato un colpo in testa nella propria casa… Fino a quando i due grandi fans, Stephen “Sugar” Segerman e Craig Bartholomew Strydom, decidono di scoprire la verità, molto più scioccante di quello che immaginano. A Detroit Rodriguez è un operaio modesto con tre figlie e una moglie, mentre il Sud Africa lo venera come Michael Jackson e Madonna. Una storia surreale che sembra davvero una sceneggiatura scritta da qualche grande nome di Hollywood e tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine, scatenando mille emozioni che vivono nello stesso momento, soprattutto quando si pensa che si tratta di una storia vera. Il giovane regista Bendjelloul riesce a fare del documentario un mezzo totalmente espressivo e comunicativo che racconta la vita di un uomo davvero speciale, in una dimensione surreale e a tratti onirica che coinvolge e vive anche grazie alla straordinaria colonna sonora, costituita da alcuni dei brani più significativi dell’artista.
La prima parte di Searching Sugar Man è stata realizzata con una Super 8, ma per problemi di budget Malik Bendjelloul si è ritrovato a girare con l’Iphone grazie ad un’ applicazione da un dollaro e il risultato lo ha portato ad un Oscar e alla realizzazione di uno dei più bei documentari mai realizzati. Le interviste ai protagonisti della storia si uniscono perfettamente alle vecchie fotografie, filmati di repertorio e momenti ricreati con nuove tecnologie e suggestive animazioni. Tutto per celebrare una vita fuori dal comune, commovente, sorprendente ma anche educativa. Un poeta della strada che, nonostante l’amore dei fans e il successo, mantiene uno stile di vita modesto ed essenziale ancora oggi, donando i suoi ricavi ad amici e parenti, merita di essere conosciuto in tutto il mondo e il suo tardivo successo mondiale rimane davvero uno dei fenomeni inspiegabili della storia contemporanea. Da non perdere!
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