Già presente nel programma del Torino Film Festival dello scorso anno con Ghosted, torna il regista inglese Craig Viveiros con il suo nuovo film in concorso, The Liability.
Un giovane ragazzo viene spedito dal violento patrigno (Peter Mullan) a fare l’autista di un impertubabile sicario che uccide su commissione, interpretato da un ottimo Tim Roth. Per un imprevisto, il ragazzo scopre un oscuro segreto dell’uomo che divide la casa con lui e sua madre e deve fare i conti con le conseguenze di quanto accaduto. Comincia ad affiancare il killer apparentemente calmo e stravagante nel suo lavoro, cercando di imparare anche i segreti del mestiere, ma non conosce il vero motivo per il quale si trova in quella situazione e in sua compagnia.
The Liability vorrebbe essere una sorta di black comedy, ma in realtà viene percepita solo come un grande calderone dove sono gettati senza regole diversi ingredienti: humor inglese, scene pulp, particolari thriller e un fondo di noir crepuscolare. Ma il risultato non è convincente e la struttura narrativa risente di una regia confusa che vuole troppo e nulla stringe. La trama è disconnessa, i personaggi appaiono e scompaiono all’interno della storia senza una spiegazione chiara e logica, se non per il protagonista Tim Roth che regala, come sempre, un’interpretazione di spessore, tra lo psicotico e lo scanzonato. Le atmosfere e le location perennemente grigie, umide e rigorosamente inglesi non aiutano il ritmo trattenuto della trama, sostenuta principalmente da dialoghi curiosi e a tratti divertenti e da poche scene degne di essere ricordate dallo spettatore.