Spaceman: la spiegazione del finale | Il ragno gigante che parla è reale?

Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)
Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)

Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)
Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)

Spaceman, atipico film fantascientifico con Adam Sandler, ha polarizzato critica e pubblico, anche per la sua vaghezza rispetto alla domanda cruciale del film, a cui il finale non sembra dare una risposta precisa. Ma è davvero così?

Spettatori e critici si sono divisi su Spaceman, nuovo film originale Netflix con protagonista Adam Sandler nei pani dell’astronauta Jakub Procházka, da 189 giorni da solo in una missione spaziale ai confini della galassia che trova un inaspettato conforto da Hanus, una creatura aliena che si nasconde nelle viscere dell’astronave.

Nel tempo lunghissimo che passano insieme, Jakub cerca di capire che cosa è andato storto nella sua relazione con la moglie e come fare per riconquistare la donna che ama, aiutato dal nuovo amico ragno. Insomma, non proprio la più tipica delle trame fantascientifiche…

A tratti espressionistico e iperstilizzato, il film lascia nel vago la risposta che interessa di più lo spettatore: il ragno che Jakob vede è reale o è solo una manifestazione della sua mente, il frutto della solitudine, del dolore e del senso di colpa? In soccorso ci arriva direttamente il regista Johan Renck.

Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)
Una scena dal film Spaceman (fonte: Netflix)

Spaceman | il finale secondo il regista

«È reale al cento per cento», ha dichiarato il cineasta in alcune interviste. «Spaceman non è ‘Il pasto nudo’ [David Cronenberg , non è niente di simile. Non è Kafka. Se non si considera reale il ragno Hanuš, l’intero film perde il suo significato», continua.

«Lo spazio del film non funziona secondo le nostre regole fisiche. Così, ad esempio, Hanuš parla quando è fuori dall’abitacolo. Lo spazio è un vuoto. Il suono non esiste nello spazio. Non c’è nulla che possa vibrare… Non solo, Hanuš si muove nello spazio. Ma non si può. Non puoi nuotare nello spazio. Non è possibile alcun tipo di propulsione muovendo gli arti».

Il viaggio di introspezione di Jakob lo vede arrivare a realizzare, essenzialmente, che ha bisogno di smettere di comportarsi da idiota. In questo senso Spaceman termina con una nota romantica e piena di speranza, con Jakob che si riconcilia con Lenka al telefono. Con un notevole allontanamento dalla fine del racconto originale, il romanzo Spaceman of Bohemia di Jaroslav Kalfař datato 2017, in cui si presume che Jakob sia morto.

«La cosa più difficile in assoluto quando fai un film è la fine… ed è qualcosa con cui giochi per l’eternità, è davvero difficile», afferma Renck, che dice anche che «ogni film è il prodotto del tempo in cui è stato realizzato». Approfondendo ulteriormente, poi, aggiunge: «Il mio primo film, circa 15 anni fa, è stato realizzato nel bel mezzo di un divorzio, ero dannatamente infelice; era il film più nichilista, incasinato e oscuro mai realizzato, considerando chi ero in quel momento. Abbiamo girato questo film durante la pandemia e sono accadute anche altre cose: tutti noi eravamo in lockdown ed eravamo anche a un passo dalla guerra in Ucraina. Sono successe così tante cose diverse ultimamente».

E alla fine: «Personalmente ho avuto la forte sensazione di voler trasmettere speranza . Non penso che qualcuno voglia o abbia bisogno di altro che ci spezzi il cuore».

By Davide Sette

Giornalista cinematografico. Fondatore del blog Stranger Than Cinema e conduttore di “HOBO - A wandering podcast about cinema”.

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