Che fine ha fatto Kim Basinger? | Irriconoscibile in una foto recente con la figlia

Kim Basinger in L.A. Confindential (fonte: IMDB)
Kim Basinger in L.A. Confindential (fonte: IMDB)

Kim Basinger in L.A. Confindential (fonte: IMDB)
Kim Basinger in L.A. Confindential (fonte: IMDB)

Qualche giorno fa, Kim Basinger, oggi 69enne, si è concessa una rarissima uscita ufficiale per la festa pre-parto della figlia Ireland Baldwin, che le sta per regalare una nipotina. Ma cosa è successo alla carriera dell’attrice di 9 settimane e mezzo?

Kim Basinger è ormai da tempo lontana dai riflettori. Solo qualche giorno fa, dopo un lungo periodo di assenza dalle scene, l’attrice è tornata a sfoggiare in pubblico la sua iconica chioma bionda e ribelle in occasione della festa pre-parto della figlia Ireland Baldwin. Ma come è potuto succedere che una star premio Oscar come lei scomparisse dai radar?

Kim Basinger fotografata alla festa pre-parto di sua figlia
Kim Basinger fotografata alla festa pre-parto di sua figlia

Per anni, complice il servizio fotografico per Playboy e il suo ruolo di femme fatale in 007: Mai dire mai, l’attrice americana ha avuto difficoltà a scrollarsi di dosso l’immagine di sex symbol conturbante e avvenente. Nonostante i suoi sforzi per uscire fuori dalla propria comfort zone con progetti come la commedia criminale Nadine del 1987, le recensioni e la stampa non hanno sempre premiato le sue scelte e la sua autonomia decisionale. Già in quegli anni, quindi, Kim Basinger stava perdendo interesse nel cinema, almeno fino a quando il regista Curtis Hanson non la convinse a sfruttare i suoi punti di forza nel film L.A. Confidential.

Basinger si dimostrò titubante all’idea di dover interpretare la parte della prostituta Lynn Bracken nel neo-noir di Hanson, convinta che anche in quel caso si sarebbe trattato di un ruolo stereotipato che non avrebbe valorizzato realmente le sue doti di interprete. Fortunatamente, messe da parte le riserve iniziali, decise di accettare il ruolo, che le sarebbe valso un premio Oscar come migliore attrice non protagonista. Fu una svolta notevole nella carriera di Basinger, che in quegli anni era stata citata in giudizio dai produttori per essersi ritirata dal film indipendente Boxing Helena.

Nonostante l’incredibile successo del film, Kim Basinger sfruttò la popolarità post-Oscar non per cavalcare l’onda con progetti dai risultati sicuri, ma per inseguire invece il sogno di realizzare l’adattamento cinematografico di Sognando l’Africa, romanzo autobiografico di Kuki Gallmann, ambientalista e scrittrice che ha raccontato nel libro la sua gioventù in Italia, il trasferimento in Kenya (nel 1972) e le vicissitudini dei successivi anni trascorsi in una fattoria nella pianura di Laikipia.

Kim Basinger | una carriera atipica

Girare il film in Kenya è stata per Kim Basinger un’esperienza totalizzante, che le ha cambiato la vita, stando a quanto da lei stesso dichiarato in una intervista a UrbanCinefile (“ho pianto per ore quando abbiamo dovuto lasciare il Kenya al termine delle riprese”, avrebbe detto).

Nonostante ciò, il film si rivelò un flop clamoroso, sia al botteghino, sia per l’accoglienza da parte della stampa specializzata, che bollò il progetto come un melenso e noioso polpettone. A fronte di un costo di 50 milioni di dollari, l’adattamento cinematografico del romanzo di Gallmann incassò solo 14 milioni di dollari in tutto il mondo.

Kim Basinger in 8 Mile (fonte: IMDB)
Kim Basinger in 8 Mile (fonte: IMDB)

Una mossa positiva per lasciarsi alle spalle quel cocente insuccesso fu riunirsi con il regista Curtis Hanson per interpretare la madre di Eminem nell’apprezzatissimo film 8 Mile. Eppure, anche quel ruolo portò con sé un effetto collaterale indesiderato. Con il passare degli anni 2000, Basinger, infatti, si rese conto di essere stata automaticamente relegata ad una nuova casella: quella della moglie e/o madre. Proprio in quegli anni, tantissime attrici di alto profilo stavano denunciando il fenomeno di un ageismo dilagante a Hollywood e Basinger è stata una delle “vittime eccellenti” di questa inquietante tendenza.

Durante una schietta e sincera intervista con Net-A-Porter rilasciata di recente, l’attrice si è lamentata dello stato dell’industria cinematografica moderna e ha spiegato di non essere più tagliata per quel tipo di ambiente. È diventata famosa in un’epoca precedente a quella di Twitter e Instagram, quando non ci si aspettava che le attrici fossero costantemente connesse con il loro pubblico attraverso i social network. E Basinger, che non ha mai nascosto la sua timidezza e la sua inadeguatezza rispetto alla mondanità hollywoodiana, a quanto pare, preferiva di gran lunga quei tempi andati.

By Davide Sette

Giornalista cinematografico. Fondatore del blog Stranger Than Cinema e conduttore di “HOBO - A wandering podcast about cinema”.

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