“Ho letto un articolo in cui si diceva che vincere un Oscar potrebbe consentirti di vivere cinque anni di più; se questo è vero, voglio ringraziare la Academy perché mio marito è più giovane di me!”
La strada per il successo, si sa, è sempre irta di ostacoli, ma una donna tanto tenera quanto volitiva ha saputo spianarla alla grande. Ce l’ha fatta, Julianne Moore: la statuetta dorata stretta forte tra le dita e un sorriso emozionato che accompagna il suo intenso discorso dopo la vincita del trofeo più ambito, a coronamento di una carriera brillante costellata dai migliori premi cinematografici esistenti. Non è stato affatto semplice, eppure quest’anno è lecito proclamare la Moore regina incontrastata degli Awards di tutto il mondo, a partire dai Golden Globes, passando per gli Screen Actors Guild Awards e i BAFTA fino ad approdare a Cannes con Maps to the stars firmato Cronenberg e finalmente al Dolby Theatre con la formidabile interpretazione in Still Alice.
La quinta nomination per l’Oscar come miglior attrice (già come protagonista per Fine di una storia e Lontano dal paradiso, non-protagonista per Boogie Nights e The Hours) ha infine visto trionfare la docente universitaria Alice Howland, cui viene diagnosticata una precoce manifestazione dell’Alzheimer, malattia di cui oggi soffrono circa trenta milioni di persone: la sua intera esistenza subirà cambiamenti spesso dolorosi che inducono a riflettere sulla condizione dei pazienti affetti dal morbo. Ed è proprio a loro che si è rivolto il pensiero della fiammante Julianne nelle parole pronunciate dopo l’annuncio della vincita proclamato dal sempreverde McConaughey. Nata in America, ma cresciuta tra l’Europa e gli States a causa della professione militare di suo padre, la Moore impiega i primi trent’anni della sua vita per ottenere il suo primo ruolo sul grande schermo, dopo essersi fatta notare nella soap opera Così gira il mondo, per la quale vince il suo primo premio – un Emmy Award – nel 1988. Dagli anni Novanta fino ai giorni più recenti non si ferma più, giungendo ad ottenere una doppia candidatura nella stessa cerimonia dell’Academy nel 2002 (detenendo il record in questione insieme alle colleghe Sigorney Weaver e Cate Blanchett).
Grandissima interprete che può vantare nel suo curriculum le più svariate pellicole, siano esse d’autore come Magnolia, Il Grande Lebowski, Hannibal, Psycho, I ragazzi stanno bene, A single man, I figli degli uomini, o anche piuttosto insolite come Savage Grace, Don Jon, e Shelter – Identità paranormali, in aggiunta alle tipiche produzioni hollywoodiane da milioni di dollari quali Hunger Games, Carrie – Lo sguardo di Satana e Next. Vi proponiamo di seguito alcune delle scene memorabili dei film dell’attrice.
MAGNOLIA
I RAGAZZI STANNO BENE
MAPS TO THE STARS
STILL ALICE
A SINGLE MAN
Non si è mai troppo vecchi da dover smettere di sognare, e quest’anno Julianne Moore, con l’ironia che non riesce a nascondere le lacrime di commozione sul palco del teatro più ambito del globo, lo ha ampiamente e meritatamente dimostrato.