Esce oggi nelle sale italiane il nuovo film del regista americano Adam McKay, La Grande Scommessa, incentrato sulla storia di un gruppo di speculatori finanziari che, poco prima dello scoppio della recente crisi economica, riuscirono a prevedere gli effetti della imminente bolla immobiliare, potendo così lucrarci sopra con diversi vantaggi. In corsa con diverse nomination ai prossimi Golden Globes, la pellicola sembra essere una delle maggiori favorite agli imminenti Oscar 2016, grazie anche ad un ottimo responso da parte della critica americana e internazionale. Nonostante diversi opinionisti abbiano sottolineato un’ eccessiva somiglianza, nei temi e nella realizzazione, con il recente The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, la pellicola di McKay non si sofferma tanto sul lato edonistico del capitalismo, quello del sesso sfrenato e della droga facile, bensì su di un edonismo di tipo prettamente finanziario e speculativo, in cui lupi, prostitute e prede si confondono e mimetizzano in una fauna deprimente e degradante. Applausi scroscianti, anche da parte dei più critici e dubbiosi, per le interpretazioni dei due grandi attori protagonisti Christian Bale e Steve Carell e per i due, più marginali nella vicenda, personaggi interpretati da Brad Pitt e Ryan Gosling. I protagonisti de La Grande Scommessa non sono aridi banchieri e freddi calcolatori bensì animali coloriti e problematici, con un passato spesso pesante alle spalle che non nasconde i segni laceranti su di una personalità imprevedibile e lunatica, sempre al limite della sociopatia. Carell, dopo la grande prova di Foxcatcher, continua “a stupire pubblico e critica con interpretazioni drammatiche e sfaccettate”, a dimostrazione di un talento recitativo genuino e prorompente.
A colpire maggiormente è però la scrittura brillante e innovativa del mattatore Adam McKay, conosciuto al grande pubblico per lo straordinario successo americano di Anchorman, esilarante (quanto delirante) commedia con Will Farrell. Il regista, e cosceneggatiore, spiega i complicati meccanismi finanziari rompendo la quarta parete che divide i protagonisti dallo spettatore. Margot Robbie in una jacuzzi, o ancora Selena Gomez al tavolo da poker, saranno i “guru” che guideranno lo spettatore tra i complessi termini economici, attraverso divertenti spiegazioni semplificate. Pareri estremamente positivi sono arrivati anche da opinionisti e critici specializzati in settori ben diversi da quello cinematografico, come economisti e giornalisti finanziari. Il Wall Street Journal parla di un “improbabile quanto sorprendente trionfo”, mentre il Premio Nobel per l’economia Paul Krugman, massimo esperto di economia mondiale e uno dei maggiori punti di riferimento nel settore, descrive La Grande Scommessa come un “lavoro formidabile nel rendere la furfanteria di Wall Street, nello sfruttare un umorismo nero per raccontare come le cose precipitarono”. Non solo quindi un ottimo prodotto dal punto di vista artistico e cinematografico, con una narrazione frizzante e moderna e delle interpretazioni di primo ordine, ma anche una pellicola seria e puntuale sul disastro economico che ha portato la società capitalistica alla deriva negli ultimi anni. Un film, ancora una volta per citare Krugman, “che i nemici della regolamentazione finanziaria vogliono assolutamente che non vediate”.
Giudizi decisamente più freddi arrivano invece da alcune testate come il The Guardian che, se da un lato elogia il cast e la caratterizzazione dei personaggi, dall’altro critica una scrittura definita fin troppo “confusionaria”, tanto da far assomigliare la pellicola più “ad una sit-com televisiva sulla scia di The office” piuttosto che ad un prodotto cinematografico vero e proprio. Negativo su tutti i fronti è invece il commento del New York Post, che bolla la pellicola come il “disastro totale” di un regista che non è riuscito a costruire altro se non una “satira fallimentare e frustrata”. Tanto quindi si è detto su questa nuova pellicola di McKay, a testimonianza di un prodotto che, con pregi e difetti, riuscirà senza dubbio a far parlare ancora molto di sé grazie agli scottanti temi trattati e alla pungente ironia con cui essi vengono narrati allo spettatore. Per poter dare un giudizio oggettivo sarà però necessario recarsi direttamente in sala, a partire da questa sera, giovedì 7 gennaio, e gustarsi nel buio del cinema questa nuova divertente “commedia finanziaria”.