Profondo Rosso compie 50 anni: 5 motivi per (ri)vederlo al cinema

Profondo Rosso 50 anni
Una scena dal film Profondo Rosso di Dario Argento (Foto: Ufficio stampa) - Newscinema.it

Cinquant’anni fa usciva al cinema Profondo Rosso diretto dal regista Dario Argento. Per celebrare questo anniversario, ecco 5 buoni motivi che vi convinceranno a (ri)vederlo.

Era il 7 marzo del 1975 quando le sale cinematografiche italiane accolgono per la prima volta il film Profondo Rosso. Un horror diretto da un giovane Dario Argento, che ha contribuito a cambiare per sempre la sua carriera di regista. A distanza di cinquant’anni questo film è considerato una pietra miliare della cinematografia dell’orrore, a livello mondiale.

Se Profondo Rosso è considerato un cult, il merito è della genialità e della capacità di Dario Argento di creare un film rivoluzionario sotto vari punti di vista. Per celebrare questo anniversario, ecco 5 motivi che vi spingeranno a volerlo rivedere e magari per i più giovani, a volerlo vedere per la prima volta.

Il genere horror cambia da Profondo Rosso

Il lavoro realizzato da Dario Argento in questo film è qualcosa di profondamente innovativo e mai visto fino a quel momento. Profondo Rosso per gli amanti del genere e per i cineasti che si approcciano a girare film del genere, è qualcosa di incredibile e inaspettato. A confermare questa nuova tendenza sono alcuni colleghi, diventati amici, come William Friedkin con il film L’Esorcista.

Come sempre però, la critica non sembra cogliere in maniera immediata, questo nuovo vento nel genere horror. L’aver reso la normalità di tutti i giorni, straordinaria con avvenimenti che non hanno nulla di ordinario, ha permesso a Dario Argento di essere considerato uno dei pionieri del genere dell’orrore a livello mondiale.

L’uso inedito della violenza

Fin dai primi minuti del film, si percepisce una rottura rispetto a quello che si era visto negli horror fino a quel momento. Dario Argento voleva – e ci è riuscito – rompere alcuni schemi, partendo proprio dall’utilizzo della violenza nei suoi film. Con il regista romano, lo spettatore assiste ad azioni molto crude e sanguinose, come decapitazioni, coltellate e uso di acqua bollente.

Ed è proprio qui, che risiede parte della sua grandezza come narratore di storie dell’orrore ma utilizzando situazioni ed oggetti di uso comune. Non c’è nulla di soprannaturale o di creato digitalmente, come siamo abituati a vedere oggi. Qui è tutto ‘meccanico’, manuale ed è ugualmente terrificante, soprattutto da un punto di vista psicologico.

Bambolotto di Profondo Rosso
Il famoso bambolotto del film Profondo Rosso – NewsCinema.it

L’importanza dei simboli nel film

La decisione di servirsi di oggetti per sottolineare l’orrore in Profondo Rosso, si riallaccia al punto precedente. Usare oggetti di uso comune, ma con un’accezione totalmente negativa. In primis, la presenza del pupazzo meccanico, seguito dal celebre brano dei Goblin, preludio dell’ennesimo omicidio, avvenuto in maniera truculenta, ai danni del professor Giordani.

Il famoso bambolotto, che è stato anche fonte di ispirazione anche di film più recenti come Chucky, è stato creato dal Maestro Carlo Rambaldi, che quest’anno festeggia i 100 anni dalla sua nascita. E poi, un altro feticcio diventato simbolo del cinema horror, è la bambola impiccata trovata dal personaggio della scrittrice Amanda Righetti, prima di essere assassinata nella vasca da bagno.

Lo spettatore è completamente spaesato

L’intento principale del regista era quello di realizzare un film che potesse essere vissuto come un incubo ad occhi aperti da parte dello spettatore. Dosando ansia, paura, mistero, angoscia e violenza, in maniera molto intelligente, il regista ha realizzato un film unico nel suo genere. Aver voluto stravolgere il genere horror, senza l’utilizzo di elementi paranormali, lo ha reso ancora più spaventoso.

Del resto, aver fatto sentire completamente spaesato lo spettatore era il suo desiderio più grande. A tal proposito, impossibile non citare il famoso quadro con i volti inquietanti, che appare e scompare. Inoltre, Argento offre anche una nuova prospettiva della famiglia tradizionale, che diventa violenta e piena di peccati inenarrabili.

La colonna sonora dei Goblin

Un altro motivo per rivedere Profondo Rosso è per la colonna sonora. Per donare al film dei suoni più moderni, audaci e a tratti disturbanti, Dario Argento si è affidato al rock dei Goblin. In realtà, per questo film, voleva i Pink Floyd per comporre la colonna sonora, ma essendo impegnati con l’album Wish You Were Here, alla fine Argento, decise di affidarsi ai Goblin.

Una scelta che si è rivelata più che azzeccata, visto che nel 1976, il film Profondo Rosso venne candidato ai Nastri d’Argento come migliore colonna sonora. Per celebrare questo anniversario, al Roma Film Music Festival, i Goblin al Forum Theatre di Roma, intratterranno  il pubblico con tre serate (6,7 e 8 aprile) e le canzoni della colonna sonora del film di Dario Argento.

By Leila Cimarelli

Il mio amore più grande?! Il cinema. Passione che ho voluto approfondire all’università, conseguendo la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale a Salerno. I miei registi preferiti: Stanley Kubrick, Quentin Tarantino e Mario Monicelli. I film di Ferzan Ozpetek e le serie tv turche sono il mio punto debole.

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