Sette grandi film sopravvissuti a produzioni travagliate

Molto spesso la produzione di un prodotto cinematografico nasconde una serie innumerevole di problematiche improvvise e non calcolabili, in grado di mettere a serio rischio il completamento del film. Può capitare, inoltre, che a cause di forza maggiore si verifichino anche problematiche legate alle personalità di attori e registi, spesso in totale contrapposizione tra loro. Se molto frequentemente questo genere di ostacoli compromette la riuscita finale del lavoro, vi sono alcune importanti eccezioni di pellicole che, nonostante una produzione travagliata, si sono rivelate delle opere ottime (o addirittura eccezionali). Ecco una breve lista di sette esempi.

APOCALYPSE NOW – Francis Ford Coppola

apocalypse now

Il celebre (e magnifico) lavoro di Francis Ford Coppola, Apocalypse Now, è forse uno dei massimi rappresentanti della categoria “produzioni travagliate”, tanto da essersi meritato un documentario sulla sua difficoltosa realizzazione. Ad incidere in maniera negativa sono state sicuramente le condizioni climatiche avverse, che non solo hanno bloccato in diverse occasioni le riprese, ma hanno addirittura raso al suolo interi set. Ma le sfortune non finiscono qui. Martin Sheen, uno degli attori protagonisti, fu colpito da un duro attacco di cuore, mentre Marlon Brando si presentò decisamente sovrappeso, tanto da costringere gli sceneggiatori ad improvvise modifiche sul personaggio. Fortunatamente la pellicola è stata completata, e rappresenta uno dei film più belli della storia del grande schermo.

LO SQUALO – Steven Spielberg

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I fan più accaniti del celebre blockbuster spielberghiano non troveranno nuovo il nome di “Bruce”. Non è il nome di qualche attore o personaggio del film, bensì il soprannome dato ai tre differenti prototipi di squalo meccanico usati durante le fasi di produzione. Purtroppo però, questi predatori meccanici si rivelarono ben presto inaffidabili, se non addirittura pericolosi, causando gravi perdite di tempo e denaro. La scelta del regista inoltre di ambientare la pellicola sulle coste di Martha’s Vineyard, nel Massachusetts, non venne premiata da un clima spesso piovoso e tempestoso. Ironia della sorta, questi imprevisti giocarono a favore proprio della paurosa atmosfera della pellicola. Il poco tempo dedicato agli squali carica di tensione e terrore le brevi sequenze in cui diventano protagonisti, così come il setting reale, e non costruito artificialmente, rende tutto più vivido e credibile. E’ per questo che Lo Squalo è uno dei pochissimi film in grado di mettere d’accordo detrattori e ammiratori del prolifico regista hollywoodiano.

FITZCARRALDO – Werner Herzog

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La lavorazione di Fitzcarraldo è famosa nella storia del cinema per la colossale sequenza di disgrazie e incidenti di cui è stata costellata. Fu una enorme fatica riuscire infatti a garantire la giusta sicurezza per poter trasportare la nave al centro della vicenda lungo la collina peruviana. Dopo aver girato circa il 40% della pellicola, inoltre, Jason Robbards, ingaggiato per il ruolo di protagonista principale, fu costretto a lasciare il progetto a causa di seri problemi di dissenteria. Nello stesso periodo anche Mick Jagger, il leader dei Rolling Stones, abbandonò il suo ruolo nella pellicola per sopraggiunti impegni musicali. Il personaggio di Jagger fu tagliato e il protagonista principale divenne Klaus Kinski. Quet’ultimo, noto per il suo carattere poco amichevole, iniziò ad

inimicarsi tutti i membri della troupe, insultandoli e aggredendoli verbalmente per ogni futile motivo. Il rapporto conflittuale tra il regista tedesco e il suo attore feticcio è raccontato nel documentario Kinski, il mio nemico più caro.

MAD MAX: FURY ROAD – George Miller

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Il recente Mad Max: Fury Road è riuscito a far rimanere letteralmente a bocca aperta una gran parte di pubblico e critica, grazie al suo ritmo indiavolato e alla incredibile regia di George Miller. Il quarto capitolo della saga è rimasto però per un lungo periodo in un “limbo” tra la sua realizzazione e la sua cancellazione, a causa di problemi finanziari e di produzione. Anche dopo l’inizio delle riprese le cose non andarono del tutto per il verso giusto. La scelta di Miller di non lavorare da una sceneggiatura già definita mise in grande difficoltà i due attori protagonisti, Tom Hardy e Charlize Theron, che a più riprese si lamentarono del metodo del regista. Le cose fortunatamente andarono per il migliore dei modi, tanto che Hardy decise di scusarsi pubblicamente con Miller per le continui liti e regalò un piccolo ritratto alla sua comprimaria, anche lei vittima delle sfuriate della star britannica.

THE SHINING – Stanley Kubrick

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Il perfezionismo è certamente un’arma a doppio taglio. La costante ossessione di Kubrick di avere ogni tassello al proprio posto ha sicuramente contribuito alla realizzazione di alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema, ma ha anche reso un inferno il lavoro di tantissimi suoi collaboratori. Molto probabilmente, infatti, le magistrali quanto inquietanti interpretazioni di Jack Nicholson e Shelley Duvall in Shining sono state frutto proprio della continua pressione da parte del regista. Nicholson, per esempio, ha più volte dichiarato di essere arrivato al punto di voler gettare la propria copia della sceneggiatura, nella consapevolezza che ogni battuta da lui imparata nel corso della preparazione fosse destinata ad essere cambiata successivamente. Duvall, inoltre, rimase così provata dallo stress da ammalarsi.

DANCER IN THE DARK – Lars von Trier

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Nel suo primo (e unico) impegno cinematografico importante, la cantante islandese Björk sperimentò sulla propria pelle cosa significa lavorare con il folle quanto eccentrico regista danese Lars von Trier. I due, anche a causa delle loro forti e ingombranti personalità, passavano gran parte delle giornate di ripresa a discutere e litigare, fino al punto di rottura che spinse Björk a scomparire per ben quattro giorni senza dare notizie di lei. La cantante dichiarò successivamente che von Trier  è “un autore che ha la necessità di lavorare con le donne, e per questo le invidia, cerando di distruggerle psicologicamente durante la lavorazione del film”.

CHINATOWN – Roman Polanski

Il rapporto tra il grande cineasta polacco e la protagonista di Chinatown Faye Dunaway è forse uno tra i più conflittuali della storia del cinema. Durante le riprese, infatti, Polanski arrivò addirittura al punto di urlare alla sua attrice: “Pronuncia quelle ca**o di parole, i soldi devono essere il tuo stimolo”. Dunaway non fece certo la parte della vittima e, dopo il rifiuto del regista di concederle una pausa in bagno, lanciò un bicchiere della propria urina sulla faccia di Polanski.

By Davide Sette

Giornalista cinematografico. Fondatore del blog Stranger Than Cinema e conduttore di “HOBO - A wandering podcast about cinema”.

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