Stasera in tv: Split | Perchè rivedere il capolavoro di M. Night Shyamalan

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Presentato in anteprima mondiale al Fantastic Fest e proiettato all’American Film Institute, Split è liberamente ispirato alla figura del criminale statunitense Billy Milligan.

Split | Un criminale assolto dietro la storia del film

Responsabile di aver rapito, violentato e ucciso tre giovani studentesse, l’uomo venne assolto per infermità mentale. Erano gli anni Settanta, e per la prima volta in assoluto, nella storia giudiziaria del paese, un soggetto ritenuto colpevole veniva assolto adducendo un simile motivo.

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Finalmente il disturbo dissociativo dell’identità veniva riconosciuto una vera patologia e non come una semplice nevrosi, come accadeva in passato.

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James McAvoy e Anya Taylor-Joy in una scena di Split

Nel 2000 M. Might Shyamalan dava inizio a quella che di lì a una quindicina di anni si sarebbe evoluta in una trilogia a tutti gli effetti. Trilogia dedicata a questi (anti)eroi atipici, dotati di poteri sovrannaturali e di personalità (al plurale!) che più variegate non si potrebbe.

Un compendio di suggestioni per M. Night Shyamalan

Scritto, diretto e prodotto da Shyamalan, Split è un compendio di suggestioni, tutte nelle corde del celebre cineasta, dal thriller psicologico a quello più classico, dal noir all’horror.

Ci troviamo dinanzi a un’opera che colpisce, in un modo o in un altro, che cattura l’attenzione e non la libera più, arrivando a suscitare sensazioni intrinseche e potenti. In mezzo a tutto ciò, trova spazio anche il puro e semplice divertimento.

Con incassi pari a quasi 280 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 9, Split è senza dubbio alcuno un prodotto totalmente riuscito.

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James McAvoy in una scena di Split

Buona parte del merito – e infatti i critici non hanno tardato a evidenziarlo – va alla performance di James McAvoy. Monumentale, concreto, accattivante, il suo personaggio si è subito distinto e impresso nell’immaginario collettivo cinematografico.

La trilogia si conclude con Glass

E pensare che prima dell’attore scozzese, il ruolo sarebbe dovuto andare a un altro mostro di bravura quale Joaquin Phoenix. Ma per motivi di contratto non si è riusciti ad arrivare a un accordo che andasse a genio per tutte le parti in gioco.

Ecco quindi che la notizia di un sequel, nel quale si sarebbero incontrati e fronteggiati i protagonisti di Unbreakable e di Split, ha solleticato le papille gustative di non pochi fan sparsi nel mondo. Al 2019 risale quindi Glass, che chiude l’ideale trilogia di cui sopra.

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Anya Taylor-Joy in una scena di Split

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Se Glass e Unbreakable sono dei progetti validi e appetibili, Split è un paio di gradini sopra: l’ansia che si prova durante la narrazione è tangibile, supera i confini dello schermo, si insinua in ogni fibra dell’essere, per poi rilasciare la tanto attesa e necessaria scarica di adrenalina sul finale. La catarsi è garantita.

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