Sulla costiera adriatica tutto è pronto per il periodo estivo, tra turisti pronti ad invadere le spiagge e nuovi amori destinati a sbocciare sotto il sole cocente. In Summertime facciamo la conoscenza di un gruppo di ragazzi originari del luogo, che frequentano le scuole e sono pronti alle prime cotte, tra party selvaggi e l’indecisione sul proprio futuro. Due di loro sono Alessandro, un ex campione di moto da corsa reduce da un incidente che ne compromette il ritorno in pista, e la bella Summer, ragazza di carnagione mulatta e dallo spirito indipendente.
Pur diversi per gusti e caratteri, al termine di una festa senza freni i due si conoscono e lui – pur già fidanzato seppur in profonda crisi con l’attuale compagna – prova a baciarla, venendo respinto. Se l’inizio non è dei migliori, le cose sembrano migliorare quando entrambi finiscono a lavorare come stagionali nella stessa struttura: il contatto giornaliero parrebbe aprire nuovi sbocchi alla potenziale coppia, ma tra segreti e non detti la love-story sarà più tormentata del previsto.
Summertime – L’amore secondo Moccia
Summertime è la nuova serie italiana, prodotta da Cattleya e disponibile in esclusiva nel catalogo Netflix, che si ispira al romanzo di Federico Moccia Tre metri sopra il cielo, un “cult” per molte adolescenti cresciute negli anni ’90 e già trasposto sul grande schermo in un film con Riccardo Scamarcio nel 2004.
Questa versione per il piccolo schermo è un adattamento molto libero della fonte originaria, già di per sé rivolta ad un preciso target di pubblico, e mette sin da subito in mostra i limiti concettuali di una narrazione che cerca di raccontare la crescita adolescenziale in una maniera che si discosta dalla gioventù reale, procedendo per luoghi comuni in serie e su una reiterazione degli eccessi qui fatti passare come la normalità. A giudicare dai primi due episodi (sugli otto della prima stagione), il ritratto generazionale vive su un forzato romanticismo e su evidenti forzature che castrano le potenzialità insite nei personaggi principali, qui depotenziati di sussulti verosimili e finenti per apparire come semplici macchiette ad uso e consumo di un pubblico privo di occhio critico.
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Summertime – Un’estate dimenticabile
Diretta da Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello, Summertime si affida così ad un provincialismo assai abusato dalle nostre produzioni per il piccolo e il grande schermo, con il gergo dialettale che prende spesso il sopravvento nell’esposizione di dialoghi e battute che, in più occasioni, si rivelano imbarazzanti e improbabili, figli di una concezione artificiosa che perde assolutamente il confronto con gli omonimi prodotti a tema provenienti da altri Paesi. Difficile che un pubblico straniero possa interessarsi ad una storyline così fiacca e agli anonimi protagonisti, tra i quali spicca soltanto la figura di Summer, interpretata dall’esordiente Rebecca Coco Edogamhe.
La giovane attrice, pur nella sua prima esperienza, risulta l’elemento più carismatico di un cast fuori parte e poco convinto, dovente inoltre fare i conti con alter-ego dal taglio involontariamente caricaturale. E così tra feste in piscina a base di alcool, droga e musica elettronica, sottotrame a sfondo agonistico (dalle prime puntate è ancora troppo presto per dire come si evolverà il percorso su due ruote di Alessandro) e vaghi accenni a situazioni familiari problematiche, ad emergere in quest’inizio è una superficialità di visione che, per cercare di smuovere un po’ le acque, deve affidarsi a colpi di scena affrettati, come quello che chiude il secondo episodio.