Susan Sarandon arrestata dopo le proteste contro Trump: “Continuo a lottare”

Le sue posizioni politiche e sociali sono nettamente in contrasto con quelle di Donald Trump, e questo è un fatto noto. Susan Sarandon, celebre attrice americana, è scesa più volte in piazza per protestare contro la linea intrapresa dall’attuale amministrazione USA, specialmente in tema di immigrazione e diritti. La Sarandon non si è mai tirata indietro, consapevole di rischiare anche l’arresto.

Susan Sarandon arrestata per ‘dimostrazione illegale’

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Alla fine, per lei, sono scattate davvero le manette. A comunicarlo è la stessa star di Hollywood, che su Twitter ha confermato di essere stata arrestata e di voler “continuare a lottare“. La Sarandon è stata accusata di ‘dimostrazione illegale’ e in seguito rilasciata: il motivo del fermo riguarda la partecipazione ad una marcia tutta femminile contro la ‘tolleranza zero’ di Donald Trump sull’immigrazione e la separazione dei bambini dai genitori che sono riusciti ad entrare clandestinamente negli USA attraversando la frontiera col Messico.

Una marcia a cui hanno preso parte un migliaio di donne: circa 500 di loro, compresa Susan Sarandon, sono finite per qualche ora dietro le sbarre. Il corteo, organizzato dalle associazioni Women’s March e Center for popular democracy, è partito da Pennsylvania Avenue e si è spinto fino a Capitol Hill.

L’attrice era stata arrestata anche nel 1999

Le partecipanti hanno esibito molti cartelli contro i centri detentivi per i migranti, scandendo anche diversi slogan all’indirizzo del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Su Twitter, Susan Sarandon ha parlato di un’azione “potente e bella“.

Sono qui con centinaia di donne che chiedono la riunificazione delle famiglie separate dalla politica immorale dell’agenzia per l’immigrazione – ha poi aggiunto l’attrice – La democrazia assomiglia a questo“. Già in passato Susan Sarandon era stata arrestata per aver preso parte ad una manifestazione di protesta. Era il 1999, e la star hollywoodiana finì in manette per aver preso parte ad un corteo contro l’uccisione di un teenager afroamericano da parte della polizia.