Sylvie Guillem riceve il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia

A soli diciannove anni fu nominata étoile dal leggendario Rudolf Nureyev, dopo il suo primo Lago dei Cigni, poi è stata musa ed interprete di coreografi contemporanei del calibro di William Forsythe, Maurice Béjart e Mats Ek, stiamo parlando della più grande ballerina che la storia della danza contemporanea  ricorderà mai, Sylvie Guillem, che il prossimo 20 Giugno riceverà il Leone d’Oro alla carriera nell’ambito dell’8/a edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia. Si tratta di una premiazione unica, poiché la Guillem sarà la prima danzatrice ancora in attività e non nota come coreografa a ricevere il premio alla carriera. Ismael Ivo, direttore del Settore Danza, afferma spiegando le motivazioni dell’assegnazione del premio: “Sylvie Guillem ha plasmato un repertorio vastissimo unendo sensibilità drammatica, potenza fisica e tecnica estrema. È a partire dalle sue doti naturali che la Guillem ha ridisegnato la figura della ballerina, sfidando le leggi della fisica con estensioni prima inimmaginabili e virtuosismi acrobatici eseguiti con estrema naturalezza. Questa artista dalla carriera sfolgorante non cessa di trionfare ancora oggi sui più importanti palcoscenici, coniugando popolarità con altissima qualità artistica”.

Nata a Parigi il 25 Febbraio del 1965, la Guillem praticò ginnastica artistica fino all’età di undici anni, quando, durante uno stage all’Opera di Parigi l’allora direttrice Claude Bessy, le offrì un posto nella prestigiosa accademia di balletto classico. Nel 1989, dopo numerosi successi all’Operà, Sylvie abbandonò la Francia per consacrarsi alla carriera internazionale. Il passo successivo fu l’ingresso nel Royal Ballet, mentre in Francia la sua partenza aveva addirittura provocato un’interpellanza parlamentare. Famosa non solo per le sue straordinarie doti fisiche, Sylvie Guillem unisce alla perfezione tecnica dei movimenti un’espressività facciale e corporea che non teme rivali, soprattutto le “macchine da guera” del Bolshoi, sempre troppo fredde e rigide. Ha calcato i palcoscenici più importanti del mondo con una leggiadria immensa ed ora, prima di approdare a Venezia,  sta terminando una tournée che l’ha portata dall’Europa all’America  con 6000 Miles Away. Sempre alla ricerca di nuove vie di espressione, che uniscano movimento, musica e vista, la Guillem ha esplorato e continua ad esplorare l’universo infinito della danza, restituendo al pubblico un contributo di grande valore.