The Anomaly | La recensione dello sci-fi disponibile su Netflix

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In un prossimo futuro dove la scienza ha fatto passi da gigante, l’ex soldato Ryan Reeve si risveglia all’interno di un furgone in compagnia di Alex, un ragazzino imbavagliato e tenuto prigioniero. Questi ritiene che Ryan sia il suo rapitore, ma il protagonista non ricorda nulla del suo recente passato e i suoi ultimi ricordi si fermano a sei mesi prima.

Dopo essere stato braccato da un gruppo di agenti, Ryan ha un nuovo black-out e si desta all’interno di una stanza in compagnia di uno degli uomini che gli stavano dando la caccia, il misterioso Harkin Langham, il quale ritiene di parlare con un’altra persona. In seguito ad una furiosa lotta a mani nude tra i due, Ryan è vittima per l’ennesima volta di una “disconessione” e finisce per ritrovarsi questa volta giacente con una bellissima prostituta, Dana. Mentre cerca di comprendere cosa gli stia accadendo, il Nostro dovrà affrontare ulteriori pericoli in vari archi temporali, della durata di circa dieci minuti ciascuno.

The Anomaly – Avanti e indietro

noel clarke
Noel Clarke

Il tempo e lo spazio e la dicotomia tra essi sono gli elementi cardine alla base di questo sci-fi britannico del 2014, che sin dal suggestivo titolo The Anomaly cerca di attirare quelle fasce di spettatori in cerca di racconti capaci di mettere a dura prova le cellule cerebrali. Peccato che, anche col massimo impegno, sia difficile capire dove volesse arrivare la eccessivamente complessa sceneggiatura, scritta a quattro mani dal regista e protagonista Noel Clarke e dal collaboratore Simon Lewis, vista la molteplicità di temi che si intersecano in maniera confusa e senza un effettivo percorso catartico da parte dei personaggi. Nei novanta minuti di visione accade infatti di tutto e di più, con un continuo cambio di location e giochi identitari che appaiono come un involontario inno al caos, tra forzature e inverosimiglianze che castrano sul nascere qualsiasi spunto etico o filosofico potenzialmente insito nella storia.

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The Anomaly – Niente da salvare

ian somerhalder
Ian Somerhalder

The Anomaly si perde in un’estenuante reiterarsi del nulla, tra colpi di scena smentiti e rivoltati soltanto qualche minuto dopo e un epilogo che, non pago, sembra voler proseguire la forsennata ciclicità dell’assunto. Un altro grosso problema, a braccetto con un racconto che disorienta per la pressoché totalità, risiede nel totale anonimato dei personaggi, dei quali ben presto non frega niente a nessuno, persi in un’infinita resa dei conti dove si tirano in ballo armi ipertecnologiche, virus pandemici e torture brutali – il crudele waterboarding in particolare – nel tentativo di mettere ulteriore carne sul fuoco ad un insieme che accumula al fine di nascondere la pochezza concettuale di fondo.

E allora via ad un’estetica action gratuita che, tra rallenty e mosse di kung-fu/wrestling, serve unicamente a mettere in mostra le discrete abilità marziali dei due antagonisti, interpretati rispettivamente dal già citato Clarke e da un Ian Somerhalder che gigioneggia senza troppa convinzione. Il film si rivela un progetto sbagliato in partenza, come conferma anche lo scarso apprezzamento della critica internazionale: basti pensare che sull’aggregatore di recensioni Rottentomatoes ha una percentuale di voti positivi pari allo zero. E non saremo certo noi a cambiarne lo status.

The Anomaly | La recensione dello sci-fi disponibile su Netflix
1.8 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

By Maurizio Encari

Appassionato di cinema fin dalla più tenera età, cresciuto coi classici hollywoodiani e indagato, con il trascorrere degli anni, nella realtà cinematografiche più sconosciute e di nicchia. Amante della Settima arte senza limiti di luogo o di tempo, sono attivo nel settore della critica di settore da quasi quindici anni, dopo una precedente esperienza nell'ambito di quella musicale.

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