The Hallow, Quella casa nel bosco versione irlandese

La cosa più notevole di The Hallow, opera prima del regista britannico Corin Hardy, è forse il fatto che sia bastato un montaggio provvisorio, prima che il film debuttasse al Sundance lo scorso gennaio, per fare avere al suo autore un incarico di non poco conto quale la regia del più volte rimandato reboot de Il corvo. Questa la dice lunga sul talento visivo di Hardy, che esibisce una notevole padronanza del mezzo filmico per quanto concerne la costruzione di un’atmosfera a metà fra il fiabesco e l’orrifico.

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Ispirandosi al folclore irlandese, Hardy costruisce un intreccio che, sulla carta, prometteva di mischiare il sacro e il profano: la pellicola si apre infatti con una citazione pseudo-biblica che gioca sull’assonanza, in inglese, fra i termini hallowed, ossia “santificato”, e Hallow, il nome della razza magica che risiede nei boschi la cui progressiva distruzione scatena l’ira funesta di queste creature nei confronti di una famiglia inglese. In realtà l’elemento mistico interessa ben poco al regista, fatta eccezione per alcuni elementi del finale; il nucleo drammatico del film ruota attorno alla graduale dissoluzione della famiglia, con una figura paterna che ricorda in più momenti il Jack Torrance di Shining, e si combina con gli stilemi di un film sulla home invasion, alludendo spudoratamente, soprattutto per via dell’ambientazione, a Cane di paglia di Sam Peckinpah.

Nel complesso il risultato diverte ed inquieta nel modo giusto, anche se l’elemento ecologista dà vita ad una sequenza che sfiora il ridicolo – per inciso, occorre restare in sala fino alla fine dei titoli di coda – e la sceneggiatura sposa fin troppo alcuni stereotipi dei film horror con cui è cresciuto Hardy, principalmente il legame tra l’intelligenza dei personaggi e le necessità della trama. Per quanto riguarda il cast, la prova migliore la dà Joseph Mawle nei panni del padre di famiglia, seguito a ruota da Michael Smiley che, nel giro di pochi minuti, fa un ottimo lavoro con il compito potenzialmente ingrato di dover spiegare cosa sta accadendo.

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