Chi non ricorda l’avvincente The Hateful Eight di Quentin Tarantino? E a quanti è mai passato per la testa che tra i protagonisti si fosse creato un legame indissolubile?
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Ecco la risposta è presto detta, grazie a Samuel L. Jackson, che ha svelato l’importanza della sua partecipazione al progetto e il lascito che esso ha avuto nella sua, come nella vita degli altri “otto”.
Samuel L. Jackson e il legame con gli “hater”
Durante il suo intervento al Savannah Film Festival, festival rigorosamente virtuale – vista l’attuale condizione di emergenza sanitaria – l’attore si è lasciato andare a ricordi affettuosi di quel periodo ma non solo. A rendere tanto prezioso il tempo sul set sono stati ovviamente i suoi colleghi, con i quali si è innescata un’amicizia vera e profonda.
I protagonisti, che usano chiamarsi gli “hater” (dal titolo del film), hanno infatti dato avvio a una tradizione, che in questi mesi di lockdown e isolamento si sta rivelando sempre più importante.
L’importanza di The Hateful Eight
“Noi hater di The Hateful Eight siamo così legati fra noi che ci scriviamo ogni settimana per dirci dove ci troviamo e cosa stiamo facendo, o per commentare la situazione politica. E’ il più forte legame cinematografico che abbia avuto in tutta la vita”.
Insieme a Samuel L. Jackson, che interpreta il Maggiore Marquis Warren, fanno parte della “banda” Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Michael Madsen, Tim Roth.
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Sebbene quindi la pellicola non sia tra i maggiori successi di Tarantino, va senza dubbio riconosciuto il suo valore da questo punto di vista. Non capita spesso che in un progetto del genere, con tanti nomi noti nel cast, venga a crearsi un reale legame.