Il Roma Fiction Fest ha inaugurato l’ottava edizione con la serie tv più seguita al mondo, The Walking Dead. In onda in ben 250 paesi e realizzata dal regista Frank Darabont, il fenomeno del piccolo schermo è basato sull’omonima serie di fumetti creati da Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard. In attesa di vedere la quinta stagione il prossimo 13 Ottobre su Fox, abbiamo incontrato la produttrice Gale Anne Hurd che ci ha raccontato le ragioni di questo successo planetario e ci ha svelato alcune curiose anticipazioni del futuro della storyline. Terminus è una trappola? Il Dr. Eugene troverà una cura per il virus che trasforma tutti gli infetti in zombie? Elegante e sorridente, con al polso l’ultimissimo modello di Apple Watch, la produttrice di film cult come Terminator, Alien, Tremors e The Abyss, ha ripercorso alcune tappe della sua carriera, dagli esordi guidati da Roger Corman, la sua collaborazione con James Cameron, e il debutto sul piccolo schermo con una scommessa sicuramente vinta tra i morti viventi.
Cosa vuol dire essere produttore?
E’ essenziale essere in grado di percepire la buona idea per un progetto che funziona. Il lavoro del produttore è quello di convincere gli autori, i registi, gli attori e il resto della troupe a cambiare anche qualcosa. Molte volte sei come uno psicologo e un allenatore della squadra sul set.
Al cinema c’è questa moda dei remake e sequel. Per esempio Terminator e Alien ne hanno avuti molti. Cosa ne pensa?
Gli studios hanno paura di spendere troppi soldi, rischiando di perdere. Fanno scelte sicure, come i sequel e i remake. Reagiscono a quello che il pubblico sembra chiedere. Le storie spesso però non si concentrano sui personaggi. E’ difficile vedere qualcosa di nuovo oggi. Christopher Nolan per esempio ha avuto successo con Inception e James Cameron con Avatar, ma sono casi molto rari.
Nella sua carriera è sempre stata molto legata al genere di fantascienza e horror. Spesso i film horror sono considerati di serie B. Non ha avuto paura di investire in The Walking Dead visti questi presupposti?
No, mai. Alien è stato un horror con ben 7 nomination agli Oscar, quindi penso che se trovi un cineasta di talento come Frank (Darabont) sicuramente è facile rimanere affascinati da questo prodotto. Poi la partecipazione di AMC e FOX che volevano la versione della serie non stupida, avevano inizialmente rifiutato il progetto. All’inizio c’erano due sceriffi e i network avrebbero imposto altre modifiche alla storia, ma loro no, ci hanno lasciato piena libertà.
Come produttrice di una serie di successo come The Walking Dead, che misure adotta contro la pirateria?
Non posso fare molto. A volte i fan sono così appassionati alla serie che non riescono ad aspettare. E la Fox ha risposto a questo fenomeno raggruppando le date di uscita delle diverse stagioni che vanno in onda contemporaneamente in tutto il mondo. Credo che questo sistema diventi la norma in futuro.
Perché secondo lei gli zombie hanno così tanto appeal sul pubblico?
Per molte ragioni. Gli zombie fanno parte del lato oscuro, e rappresentano le nostre più grandi paure, come quella della morte e di non sapere cosa succede dopo di essa. Alcune persone credono nel Paradiso, altri pensano che non ci sia proprio niente… Ma lo scenario peggiore è tornare come creature senza intelletto che uccidono persino la propria famiglia. Nella serie parliamo di vita e morte, per questo il pubblico si identifica. Dall’ altra parte non c’è niente di più divertente di essere uno zombie.
Cosa ci può dire dei personaggi femminili della serie come Mishon e Carol. Vi siete rifatti a Sarah Connor o altri tipi di donne forti sullo schermo?
Rispetto ai film una serie tv ti offre più tempo per dedicarti ai personaggi. La storia procede tenendo conto delle loro scelte e decisioni, in relazioe agli altri personaggi. Uno dei miei episodi preferiti è uno della quarta stagione, quando Carol e Tyrese si ritrovano con le bambine piccole. Non succede molto per quanto riguarda l’azione, ma dipende tutto dalla conseguenza delle loro azioni. La conseguenza in questo caso è come salvare Lily e Pat, e nello stesso tempo come Tyrese sarà in grado di perdonare Carol per aver ucciso Karen, la sua fidanzata. E’ un cerchio di emozioni in un solo episodio. Nella serie quindi puoi andare piano ed analizzare le emozioni in un livello profondo. Gli studios, per film come Terminator o Alien, ti spingono a dare più spazio agli effetti speciali, esplosioni, e non ai personaggi. Amo Carol e Mishon, perché sono così opposte, ma nella loro complessità sono forse le migliori del gruppo, sono diventate delle sopravvissute.
Gli zombie alla lunga sembrano non far più paura, perchè?
Gli zombie sono sempre quelli, uccidono e ti aggrediscono. Ma forse andando avanti nella serie i personaggi hanno imparato a conoscerli, a prevedere il loro comportamento, e quindi il pubblico si sente rassicurato perchè avverte che loro hanno meno paura di queste creature.
Come si regola con i desideri e le richieste dei fans?
Lavoriamo molto e ci sentiamo obbligati verso i fans, abbiamo un hastag #TheWalkingDeadFamily su Twitter. I fans sono anche i critici più spietati. Alla conclusione dei 16 episodi di questa 5° serie potremmo ancora decidere di cambiare il finale in base agli umori del pubblico.
Rispetto al Trono di Spade che segue molto i libri a cui è ispirato, voi che rapporto avete con il fumetto originale?
Robert (Kirkman) è molto presente e attivo per la scrittura nella writers room. A noi piace modificare la storyline, abbiamo introdotto personaggi nuovi che nel fumetto non esistono, come Daryl (qui trovi il modellino del personaggio di Daryl: The Walking Dead – Action Figure di Daryl Dixon – 10 cm), che alla fine è il preferito del pubblico. Gli autori del Trono di Spade seguono molto i testi, mentre a noi piace personalizzare la storyline e fino ad oggi non ci possiamo lamentare, credo sia piaciuto il nostro lavoro ai fans.
Cosa l’ha affascinata di questa serie?
Sono sempre stata una grande fan dei fumetti pubblicati nel 2003 e mi piaceva molto che si riferisse più ai protagonisti e non agli zombie. Tutti sono stati infettati, quale che sia la causa di morte. Aumenta la posta in gioco, perché la paura che le persone che ami si trasformeranno comunque in zombie e sarai costretto ad ucciderli, è forte. I fumetti non lasciavano nulla di speranzoso, erano molto violenti e mi hanno colpito, così ho deciso di condividerlo con il pubblico. Rispettando le scelte morali ed etiche la serie potrà continuare ad avere successo. E potrà continuare ad avere appeal in tutto il mondo.
Ci sono alcune serie tv famose che avrebbe voluto produrre lei?
I Simpson, The Americans, House of Cards, Breaking Bad…perchè sono tutte storie con personaggi complessi ed interessanti.
Cosa succederà nella prossima stagione?
Nella prossima stagione i personaggi si troveranno nella peggiore situazione mai affrontata: molti di loro sono tenuti prigionieri in un treno da individui che non hanno le migliori intenzioni, ma Rick Grimes ha fatto capire che Gareth e Terminus si sono messi contro le persone sbagliate e, se dovessi scommettere, direi che ha ragione. Questa stagione spinge i nostri protagonisti al limite: ci saranno nuove situazioni pericolose e terrificanti e tutto sarà incentrato su come i personaggi riusciranno a uscirne. Una delle cose fondamentali della serie è inoltre il fatto che, nonostante tutto, c’è sempre un filo di speranza: in questa stagione la speranza è affidata al dr. Eugene, che forse potrà sviluppare una cura una volta arrivato a Washington D.C. Ci sarà anche spazio per l’amore, grazie ai personaggi di Maggie e Glenn e Bob e Sasha.
TRAILER 5° STAGIONE
Se sei un fan della serie qui sotto trovi alcuni consigli per uno shopping da non perdere: