Venezia 77 | The World To Come, una storia d’amore dalle potenzialità inespresse

Casey Affleck e Katherine Waterston, Vanessa Kirby e Christopher Abbott. Sono loro gli attori che interpretano due coppie sposate nelle lande rurali del Midwest nel film The World To Come di Mona Fastvold, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Una ha da poco perso la loro bambina e la madre trova sollievo nell’amicizia di una donna che vive con il marito nella vicina fattoria. 

The World To Come | amore nel Midwest

Il film prende il via il primo gennaio del 1856, quando Abigail (Katherine Waterston) è ancora scossa dalla recente morte di sua figlia causata dalla difterite. La giovane donna, colta e in grado di esplicitare i suoi sentimenti solo attraverso le parole e la scrittura, vive in una solitudine che lei stessa paragona ad una “libreria senza libri”. Sarà la visita di nuovi vicini, come in alcune pièce teatrali di Ibsen, a dare il via ad una narrazione tratta da un racconto di Jim Shepard (uno dei più interessanti scrittori americani contemporanei) e sceneggiata dalla stessa Fastvold con Ron Hansen (autore del romanzo L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford). Una narrazione che prende il via da una “perdita” e che trova nella mancanza il suo senso ultimo. Mostrando didascalicamente la collocazione geografica del film con una mappa, il film trasla la storia nella vastità di terre indistinguibili, in cui la separazione tra individui è tale da non poter vincere la solitudine che li appesantisce.

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La colonna sonora di Daniel Blumberg

È impossibile guardare al nuovo film di Mona Fastvold non considerando il suo lavoro come co-sceneggiatrice de L’Infanzia di un capo e Vox Lux, i due film di Brady Corbet (suo compagno). Entrambe le opere di Corbet utilizzavano la colonna sonora di Scott Walker come contrappunto alla sceneggiatura, per suggerire ciò che le immagini non potevano ancora esplicitare completamente o per anticipare ciò che queste avrebbero rivelato solo in seguito.

Non è quindi assolutamente casuale la scelta di affidare la composizione della colonna sonora di The World To Come ad un artista come Daniel Blumberg, che all’ultima fase sperimentale di Scott Walker deve tantissimo (il leggendario compositore, musicista e cantante ci ha lasciato nel 2019). La sua musica fatta di corde graffiate e archi corrosi da dita metalliche aggiunge suggestioni lì dove la sceneggiatura non riesce ad arrivare, conferendo alle immagini un significato che da sole non avrebbero e confondendosi con gli elementi di sound design (il vento che fischia come una locomotiva durante una bufera, le urla che si confondo al crepitio delle fiamme durante un incendio). 

Giovani in fiamme

Il pensiero è in questo caso il motore immobile della narrazione, come lo sguardo era invece alla base della relazione descritta in Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma, che con il film di Mona Fastvold condivide l’approccio intellettuale alla materia dei sentimenti, raccontati con un distacco non sempre efficace, che spesso cede alla voglia di spiegare a parole ciò che non si riesce a trasmettere al pubblico. Nonostante ciò, The World To Come trova il suo reale interesse nelle cose che non mette in scena, in ciò che avviene nelle numerose ellissi temporali che riavvicinano le due amanti dopo che queste sono state divise (per periodi brevi o lunghi che lo spettatore non vede). Lavorando sulla suggestione come elemento principale della narrazione, il film di Mona Fastvold conduce lo spettatore ad immaginare, proprio come scrive la protagonista nel suo diario, le numerose potenzialità inespresse di una relazione a cui mancherà sempre qualcosa.

Venezia 77 | The World To Come, una storia d’amore dalle potenzialità inespresse
3.5 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora