Ha aperto oggi i battenti la mostra alle Scuderie del Quirinale dedicata al celeberrimo artista veneto che rivoluzionò la pittura del Cinquecento, Tiziano Vecellio. Passò attraverso il suo pennello la rivoluzione artistica che, in risposta al disegno michelangiolesco, propose il colore come strumento di rinnovamento della pittura, duttile e sensibile alla luce e alla resa materica. “Tiziano è uno di coloro che si avvicinano maggiormente allo spirito degli antichi … in tutti gli altri si direbbe che ci sia un grano di pazzia: lui solo è equilibrato e padrone di sé, della sua esecuzione, della facilità che non lo domina mai e di cui non fa sfoggio. … Egli commuove, credo, non per la profondità delle espressioni, né per una grande comprensione del soggetto, ma per la semplicità e la mancanza di affettazione. In lui le qualità pittoriche sono portate al punto massimo: quel che dipinge, è dipinto: gli occhi guardano e sono animati dal fuoco della vita. Vita e ragione sono presenti ovunque” scrisse un altro grande pittore dell’Ottocento, Eugene Delacroix, su di lui.
L’esposizione, curata da Giovanni Villa, rimarrà aperta sino al 16 giugno e proporrà le opere più ammirate del genio di Pieve di Cadore, dal Concerto di Palazzo Pitti alla Danae di Capodimonte, dal Carlo V con il cane allo Scorticamento di Marsia. Un artista capace di mettere in atto un moto della pittura che ha contaminato artisti successivi grazie a quella pennellata decisa in grado di travalicare i confini dell’immaginario della tela. Una mostra che accenderà i riflettori su uno dei nomi più eloquenti dell’arte. Tiziano.